Qualche sera fa sono andato a cena in un noto ristorante di Milano. Bei tavoli apparecchiati con candide tovaglie in un colorato giardino e premurosi camerieri.
Un locale modaiolo e trendy, di quelli dove di sicuro qualcuno è sempre pronto a fotografare i piatti da «huaoo che meraviglia!».
Leggevo avidamente il menù quando vedo entrare e prendere posto, al tavolo accanto, una coppia di giovani con un piccolo bambino. Attirano subito la mia attenzione perché al passeggino sono attaccati tanti palloncini colorati. Il giovane papà si dà subito da fare per montare un cavalletto su cui piazza una macchina fotografica, di quelle ipertecnologiche di ultima generazione. In pochi secondi il set è pronto e i due giovani, vicini e sorridenti con in braccio il bambino, cominciano a farsi una serie di autoscatti assumendo posizioni diverse. Ora difronte l’obiettivo, ora di lato, poi col bimbo che guarda verso il papà, poi verso la mammina, poi cercando l’attimo che gli occhietti innocenti guardino in camera…
Naturalmente a ogni scatto la foto viene attentamente esaminata e non sempre è buona la prima. Soddisfatti delle prime immagini, ecco che a un cenno del giovane papà arriva un cameriere e porta sul tavolo una bellissima torta di panna bianca con sopra una candelina rosa. Adesso capisco: è la festa del primo compleanno della loro bambina… e mi intenerisco! Subito riprende il servizio fotografico. Il papà, esperto campione dell’autoscatto, adesso si concentra sulla torta con e senza cornice di palloncini , torta con candelina accesa senza e con bambina, torta con tutti e tre sorridenti, torta con soffio sulla candelina della bimba che intanto cominciava a spazientirsi per i ripetuti «dai, rifacciamo che così non va bene…».
Poi, scatto da gran finale con nota trasgressiva e di grande effetto: torta con manina nella panna e poi dito in bocca!
Ma improvvisamente accade qualcosa che ingenuamente nei miei pensieri di vecchio genitore all’antica non avevo previsto. Arriva il cameriere e porta via la torta. Il giovane papà ripiega nella sua custodia il cavalletto. La mammina rimette nel passeggino la bimba, dopo un secondo fa un cenno da lontano e arriva una baby sitter che subito porta via i palloncini e quell’angioletto con la manina ancora sporca di panna. I due giovani rimasti soli si affrettano a ordinare la cena, poi tirano fuori i cellulari e cominciano a postare sui loro profili web le foto appena scattate. Faccio in tempo a sentire uno dei due dire «questa no, metti questa perché fa più like!».
E il mio pensiero allora vola ai lontani compleanni dei miei bimbi (ormai trentenni), quando non bisognava raccontarsi sui social, alla torta che poi avrebbero mangiato con la loro mamma e papà e con la manina sporca di panna.
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