Praticare attività fisica è salutare, soprattutto per il cuore. Fare sport costantemente, infatti, ci permette di tenere sotto controllo importanti parametri quali il peso, il colesterolo, la glicemia e la pressione arteriosa. Il movimento, insomma, svolge un’azione protettiva primaria sull’apparato cardiovascolare e aiuta a prevenirne le patologie ad esso correlate.
In questo articolo
Gli “effetti collaterali” dello sport eccessivo sul cuore
«La parola chiave è “moderazione”», interviene Antonino Lipari, medico chirurgo specializzato in Medicina dello Sport e Titolare Responsabile dello studio professionale di Medicina dello Sport presso Zucchi Wellness Clinic (Gruppo San Donato), a Monza. «La pratica di un’attività motoria deve essere adatta all’età e alle condizioni fisiche del soggetto. Se eseguita in maniera sconsiderata e senza aver effettuato opportuni controlli, infatti, può essere molto dannosa per l’organismo e, in particolare, per la salute del cuore. Da uno studio condotto in Germania e pubblicato sulla rivista scientifica Heart è emerso che in un gruppo di 1000 soggetti di 60 anni affetti da una malattia coronarica gli individui meno allenati avevano il doppio delle probabilità di sviluppare un infarto e il quadruplo di morire per tutte le cause rispetto a chi era fisicamente attivo; ma anche coloro che praticavano esercizio fisico troppo intenso avevano il doppio delle possibilità di morire di infarto o ictus rispetto a chi faceva sport in maniera moderata. Gli allenamenti aerobici troppo vigorosi sono legati a degli stati pro-infiammatori che, se mantenuti a lungo, possono essere fortemente deleteri per il cuore» continua il dottore.
Quanta e quale attività fisica praticare?
È fondamentale, dunque, assecondare la propria condizione fisica, tenendo conto dell’età e modificando con gradualità gli stili di vita e l’allenamento. «Affinché l’apparato cardiovascolare possa trarre beneficio dall’attività motoria, l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di svolgere almeno 150 minuti di esercizio fisico a settimana», interviene Lipari. «L’ideale sarebbe suddividerli in 3 sedute settimanali da 50 minuti l’una: per 30 minuti si potrebbe fare attività aerobica, come camminata veloce, bicicletta, nuoto, corsa, e per i restanti 20 allenare la forza, che contribuisce a sostenere il tono muscolare».
Sport: i controlli da fare per tutelare la salute del cuore
La valutazione delle condizioni dell’apparato cardiovascolare costituisce uno step imprescindibile della visita alla quale ogni individuo che svolge attività fisica, agonistica o non, si deve sottoporre. «La visita medico-sportiva si differenzia in base alla tipologia e ai livelli di sport praticato, tenendo conto dell’anamnesi e delle esigenze individuali del soggetto. In tal senso, l’ambulatorio di Medicina dello Sport di Zucchi Wellness Clinic è specializzato in protocolli sanitari innovativi, dispone di macchinari all’avanguardia in grado di offrire trattamenti su misura mirati non solo alla prevenzione ma anche al potenziamento delle performance sportive e al recupero da eventuali infortuni», prosegue il medico dello sport. «La visita medica per l’idoneità all’attività fisica non agonistica prevede la raccolta di un’anamnesi completa, la misurazione della pressione arteriosa e un elettrocardiogramma a riposo. Gli agonisti, invece, devono sottoporsi anche a un test da sforzo tramite Step Test o Test Ergometrico Massimale (TEM) consigliato agli over 40, una spirometria e all’esame delle urine». E per quanto riguarda i più piccoli? «Anche i bambini, già in età scolare, devono e possono essere sottoposti ad una visita medico-sportiva», aggiunge Lipari. «durante la quale sarà possibile anche eventualmente fornire ai genitori alcuni consigli utili sul tipo di attività cui avviare i piccoli».
Quando fare accertamenti diagnostici più approfonditi?
La visita medico-sportiva può slatentizzare alcune patologie cardiovascolari delle quali il paziente non è a conoscenza. «Esame principe è sicuramente l’elettrocardiogramma che fornisce sempre indicazioni e informazioni fondamentali per la diagnosi e può, nel caso di anomalie elettriche associate ad un’auscultazione sospetta, innescare l’esecuzione di ulteriori e più approfonditi accertamenti. Quindi l’esecuzione di una visita medica molto scrupolosa e l’attenta interpretazione del tracciato ECG possono far emergere patologie rimaste latenti fino a quel momento», conferma il dottor Lipari. «Tra gli esami che si possono svolgere per indagare eventuali problematiche cardiologiche ricordiamo l’ecocardiocolordoppler, che studia la struttura e la morfologia cardiaca, la risonanza magnetica nucleare, con o senza mezzo di contrasto, la scintigrafia miocardica, la coronarografia, l’analisi genetica» conclude il medico.