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Due ore di sonno in meno e il rischio di incidenti stradali raddoppia

La mancanza di riposo è pericolosa quanto l'abuso di alcolici

Quante volte capita di mettersi al volante dopo una notte difficile, in cui si è dormito poco e male per finire un lavoro arretrato, per colpa di un litigio o dei lamenti del bimbo febbricitante. Bisogna uscire, andare al lavoro, e non si esita un secondo a infilare le chiavi nel quadro della macchina per accendere il motore e incolonnarsi con le altre auto nell’ora di punta. Non ci diamo peso, eppure in quella giornata la nostra soglia di attenzione al volante sarà pari a quella di un automobilista ubriaco: basta dormire un paio di ore in meno per raddoppiare il rischio di fare un incidente stradale. A darci questa amara “sveglia” è l’ultimo rapporto della Fondazione per la sicurezza stradale dell’American Automobile Association.

Il documento di basa sull’analisi di oltre 4.500 incidenti stradali che hanno coinvolto oltre 7.000 persone. Mettendo in relazione questi eventi con la qualità del riposo degli automobilisti, è emerso che ogni ora di sonno persa rispetto alle sette raccomandate fa aumentare inevitabilmente il rischio.
Se si dorme per 5-6 ore, la probabilità di incidente raddoppia; se si dormono 4-5 ore, il rischio quadruplica; se si riposa per meno di quattro ore, invece, il rischio di andare a sbattere è 11,5 volte più alto.

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Numeri simili sono stati ottenuti anche da uno studio italiano, coordinato dall’Università di Genova e pubblicato sulla rivista Plos One. La ricerca, che ha preso in esame 950 autotrasportatori, ha tenuto conto delle problematiche del sonno a 360 gradi, valutando gli episodi di apnea notturna, la carenza cronica di sonno e la sonnolenza diurna.

I risultati hanno evidenziato che il rischio incidenti raddoppia per chi dorme due ore meno del dovuto, triplica per chi ha perso tre ore di sonno e quadruplica per chi ha dormito meno di quattro ore. «In generale si ritiene che sia necessario dormire tra le sei e le otto ore al giorno, ma ognuno ha le sue abitudini», spiega il professor Nicola Magnavita dell’Università Cattolica di Roma, tra gli autori dello studio. «Per calcolare la carenza di sonno – precisa l’esperto – abbiamo chiesto ai camionisti quanto avrebbero voluto dormire e quanto avevano dormito». Infine la ricerca conferma che il “riposino pomeridiano” è utile, ma solo se ha una durata di 20 minuti.

Per non mettere a rischio la propria vita e quella degli altri, comunque, è molto meglio viaggiare ad orari in cui normalmente si è vigili e attivi, possibilmente con un passeggero sveglio vicino, evitando cibi pesanti e farmaci che compromettono l’attenzione; se il tragitto è lungo meglio scendere e sgranchirsi le gambe ogni due ore, o per lo meno farsi dare il cambio al volante.

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