Sono le donne le più colpite dai problemi alle vene: poco più della metà di loro ne soffre, contro il 25% di quella maschile. I fattori di rischio sono molti, ma familiarità e stile di vita sono le cause principali dello sviluppo dei problemi circolatori. La familiarità incide ad esempio per l’85% in coloro che soffrono di varici.
Anche la gravidanza ed il parto sono fattori di rischio: fino al 63% delle madri soffre di insufficienza venosa o comunque manifesta i caratteristici sintomi, mentre le donne senza figli si fermano al 26 per cento. In più tra le mamme l’incidenza aumenta all’aumentare del numero dei figli.
Anche sovrappeso, esposizione al sole e al calore, stare a lungo in piedi sono tutte condizioni che favoriscono l’insorgere del problema. Naturalmente una vita sedentaria complica la situazione, così come il fumo e l’alcol.
I primi sintomi sono pesantezza agli arti inferiori, formicolii, bruciori, crampi, dolore che peggiora se si sta troppo in posizione eretta, prurito e gonfiore soprattutto alla sera.
La diagnosi precoce è essenziale: prima si interviene e più facile sarà curarsi. In questo caso c’è anche un periodo dell’anno migliore: è quello che stiamo per vivere, ovvero l’inverno.
«L’inverno rappresenta il periodo migliore per la cura delle patologie venose – ha spiegato il professor Lanfranco Scaramuzzino, presidente del congresso Flebologia Oggi. – Oggi, a distanza di 30 anni, la tecnologia ci consente di effettuare interventi molto meno invasivi e soprattutto migliori dal punto di vista funzionale ed estetico per curare tali patologie. Con gli ecocolordoppler di ultima generazione possiamo fare diagnosi più precise e praticare tecniche ecoguidate come la scleroterapia o con la schiuma e il laser endovascolare con piccolissime incisioni o addirittura senza incisioni con risultati eatetici molto soddisfacenti».
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