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Sei anziano e fumi? Smetti, non è mai troppo tardi

Una ricerca americana del National Cancer Institute dimostra che smettere di fumare anche a 70 anni allunga la vita

Una delle scuse più usate dai fumatori più maturi è quella che ormai alla loro età sia inutile smettere di fumare, che insomma il dado sia tratto, ovvero che quello che doveva succedere è successo. Insomma se sei anziano e fumi pensi che ormai sia troppo tardi.

Niente di più sbagliato. Una nuova ricerca dell’università del Michigan ha messo sotto la lente di ingrandimento i risultati di diversi studi svolti sul tema. Dalla loro analisi si evince che anche smettere di fumare dopo i 75 anni allunghi la vita del 14%. Si possono leggere i risultati sulla rivista scientifica American Journal of Preventive Medicine.

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Un altro studio di una decina di anni fa dimostrava come non fosse mai troppo tardi per smettere di fumare, anche se ovviamente prima lo si fa, più si riduce il rischio di morte prematura dovuto a malattie legate alle sigarette. La ricerca, portata avanti dal National Cancer Institute di Bethesda negli Stati Uniti, è stata pubblicata sull’American Journal of Preventive Medicine.

È vero che i fumatori che abbiano dai 70 anni in su fanno registrare un’impennata del rischio di morire. È addirittura più che triplo rispetto ai loro coetanei che non fumano, ma lo studio dimostra che smettere di fumare anche dopo i 60 anni riduce questo rischio.

Sei anziano e fumi: la ricerca americana condotta su più di 160.000 persone

I ricercatori americani hanno analizzato i dati di oltre 160.000 persone, scoprendo che solo il 12,1% di non fumatori ha perso la vita intorno ai 70 anni, contro il 33,1% di coloro che fumavano. Per quanto riguarda gli ex fumatori è morto prematuramente:

  • il 16,2% di chi aveva smesso con il vizio delle sigarette tra i 30 e i 39 anni,
  • il 19,7 di chi aveva smesso tra i 40 e i 49,
  • circa il 24% di chi aveva smesso tra i 50 e i 59 anni,
  • il 27,9% di chi aveva smesso tra i 60 e i 69 anni.

Quindi lo studio ha evidenziato che non è mai troppo tardi per smettere di fumare, anche se prima lo si fa meglio è per ridurre il proprio rischio di morte prematura.

Sei anziano e fumi: se smetti abbassi il rischio di morire di cancro

Smettere di fumare, in qualsiasi momento della vita, significa ridurre del 30-40% il rischio di morte per cancro del polmone e per tutte le altre cause. Quindi smettere di fumare da anziani è molto importante, perché è minore la capacità respiratoria dei nostri polmoni. A dirlo è un’imponente ricerca scientifica presentata alla Conferenza Mondiale sul Cancro al Polmone. A parlarne è stato Ugo Pastorino, direttore della Chirurgia Toracica dell’Istituto Nazionale dei Tumori (INT) di Milano.

Smettere di fumare: la ricerca

Lo studio, finanziato dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC), ha coinvolto quasi 4.000 persone che si sono sottoposte alla tac spirale a scopo di diagnosi precoce.

A tutte è stato proposto più volte di smettere. Ben diversi però sono i risultati registrati su chi ha accettato questo consiglio e chi invece ha proseguito a fumare. «A distanza di circa 10 anni dall’inizio dello studio – spiega Pastorino – chi ha smesso di fumare, o prima di entrare nel programma di screening o durante, ha avuto un netto vantaggio. Infatti la mortalità di chi ha continuato a fumare nei dieci anni di durata dello studio è quasi doppia rispetto a chi ha smesso».

Sei anziano e fumi: è il momento giusto per smettere

Il messaggio, dunque, è forte e chiaro. Chiudete con le “bionde”, anche se sono state per anni le vostre compagne di vita più fedeli. Non è vero che i vostri polmoni non se ne accorgeranno. Il nostro corpo è molto più pronto a reagire di quanto ci aspettiamo.

Per ridurre i rischi per la salute, smettere di fumare è il primo passo da compiere, ma non l’unico. Fondamentale è anche la diagnosi precoce, che oggi può essere fatta con strumenti sempre più precisi e affidabili. «Negli ultimi anni – ricorda Pastorino – abbiamo messo a punto un test sul sangue che aiuta nella diagnosi precoce di tumore al polmone, anticipando i risultati della tac spirale. Lo studio sempre più approfondito dei marker ematici potrà cambiare le prospettive di diagnosi precoce e migliorare l’efficacia dei percorsi di cura». «La buona notizia di oggi – conclude il chirurgo oncologo – è proprio questa. Con l’azione combinata del test del sangue in funzione della diagnosi precoce, con il ruolo giocato dai farmaci più avanzati e con la contemporanea cessazione dal vizio del fumo, ci sono le premesse per ridurre in modo sostanziale le percentuali di rischio e di mortalità».

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