Niente asilo per i bambini dei genitori che non li fanno vaccinare. Lo ha deciso il Consiglio comunale di Trieste, che diventa così la prima città italiana a prevedere l’obbligo di vaccinazione contro la difterite, l’antitetanica, l’antipoliomietica e l’antiepatite B per i bimbi che frequentano gli asili. L’iter scatterà a gennaio per le iscrizioni al prossimo anno scolastico 2017-18.
L’obbligo vale sia per i bambini degli asili nido (da zero a tre anni), sia per quelli delle scuole materne (da tre a sei anni), per un totale di circa 4.000 bimbi. I genitori dovranno garantire con un’autocertificazione l’avvenuta vaccinazione che, comunque, sarà verificata dalle strutture comunale con numerosi controlli.
La decisione è arrivata dopo che le coperture vaccinali nella città giuliana sono scese sotto il livello di sicurezza del 95 per cento. Andando nel particolare, la copertura antidifterica è arrivata all’89%, quella antitetanica al 91%, l’antipolio al 92% e quella antiepatite virale B all’89%.
Meno di una settimana fa la stessa decisione era stata presa dal Consiglio regionale dell’Emilia Romagna che ha messo il divieto ai bambini non vaccinati di poter frequentare gli asili nido e le scuole materne di tutta la regione.
In realtà l’obbligo di presentare il libretto delle vaccinazioni al momento dell’iscrizione a scuola non è una novità: in Italia è stato in vigore dal 1967 al 1999. Attualmente, invece, la norma prevede che i bambini siano comunque ammessi alla scuola dell’obbligo e agli esami anche senza il certificato di vaccinazione.
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