Unire l’utile al dilettevole? Si può fare in vacanza al mare, con lunghe e benefiche passeggiate tra le ultime lingue di mare che si infrangono sulla spiaggia. Camminare nell’acqua è considerata una vera e propria cura depurativa per tutto il corpo, dalla testa ai piedi. Moltissimi i benefici: fa bene alla muscolatura e alla pelle, mentre, come sa molto bene chi è appassionato di lunghe camminate, conduce in una dimensione armonica, dove i pensieri fluiscono liberi e mente e corpo diventano una cosa sola.
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Tonifica i muscoli
Tonificare i muscoli senza danneggiare le articolazioni si può. Come? Camminando parzialmente immersi nell’acqua del mare. Soprattutto nelle persone anziane o con le ossa fragili. Questa attività dolce, infatti, non fa correre rischi alle giunture e alle ossa perché il peso corporeo è in parte sostenuto dall’acqua.
Favorisce la circolazione
L’effetto fisico del camminare nell’acqua, oltre che tonico, ha conseguenze positive anche sulla circolazione sanguigna. Soprattutto in chi soffre di patologie angiologiche. Passeggiare in mare aiuta a contrastare disturbi venosi degli arti inferiori come pesantezza, gonfiore e formicolio alle gambe.
Migliora gli inestetismi cutanei
Una cattiva circolazione sanguigna può generare inestetismi cutanei, ad esempio capillari visibili. Trascurarli e, più in generale, fare poco attività fisica, può peggiorarli, causando patologie più severe, come l’insufficienza venosa. La stessa cellulite, che si può manifestare a vari stadi, è causata tra le altre cose da una cattiva circolazione del sangue. L’esercizio fisico è uno dei pilastri delle terapie anti-cellulite, quindi anche in questo caso il movimento in acqua può contribuire.
Camminare nell’acqua: come farlo
«Si comincia camminando con l’acqua poco sopra il polpaccio. E poi si aumentano gradualmente la velocità e l’immersione» ha spiegato a OK Salute e Benessere Davide Bottaro, personal trainer e istruttore della Canottieri Olona di Milano. «Quando si è caldi, si alternano 30 secondi di scatto a 30 secondi di camminata lenta. Infine, con l’acqua al livello delle cosce, si alternano 30 secondi di corsa sul posto. Portando le ginocchia all’altezza della vita».
L’importante è iniziare piano per poi aumentare gradualmente l’andatura, immergendosi sempre di più (fino alla vita) per incrementare la resistenza. In base al proprio stato di salute e allenamento, il suggerimento è di camminare continuativamente non meno di 30 minuti. Fare in modo che la passeggiata diventi un’abitudine e non sia solo occasionale: i massimi benefici si ottengono quando ci si concede del tempo per camminare per almeno 3 giorni consecutivi.
Camminare nell’acqua: quando farlo
Gli esperti consigliano di dedicarsi alle passeggiate nel mare la mattina, il più presto possibile per non subire raggi ultravioletti troppo forti e godere della brezza fresca delle prime ore (sotto l’effetto benefico del sole potrete anche produrre vitamina D). L’acqua avrà una temperatura più bassa, ma è tutto di guadagnato per la circolazione sanguigna delle gambe. Se il mare è leggermente mosso ancora meglio: l’azione delle onde potrà esercitare un naturale massaggio benefico.
Dopo la camminata
Come ha suggerito ai nostri lettori Stefano Respizzi, responsabile del Dipartimento di Riabilitazione all’Istituto Humanitas di Rozzano (Milano), dopo l’allenamento bisogna reintegrare i liquidi bevendo acqua a temperatura ambiente.
In acqua, non sul bagnasciuga
Al contrario di quanto si possa pensare, passeggiare sul bagnasciuga è invece controindicato alle persone con osteoporosi. Evitare di camminare o correre sulla battigia perché il piano è inclinato e le vertebre vengono sollecitate in modo anomalo.