Stefania è una bella ragazza romana, che vive da sola e lavora in un’azienda. Undici anni fa la diagnosi di sclerosi multipla. «All’inizio l’ho presa bene – ci racconta – anche perché non conoscevo molto bene la malattia. Poi quando sono cominciati ad arrivare i primi disturbi mi sono cominciata a preoccupare. Per fortuna sono stata seguita molto bene dal punto di vista psicologico. L’importante però è vivere al meglio possibile. Non posso trovare la cura alla mia malattia, quindi devo cercare di prenderla bene».
«Quello che mi fa stare male – spiega Stefania – è il menefreghismo della gente. Esco di casa e trovo le barriere architettoniche. Ci sono persone che parcheggiano nei posti riservati ai disabili. Non pensano proprio a chi gira con la carrozzina, ma neanche alle mamme con i passeggini o agli anziani. È un pensiero fisso. Quest’estate sono stata in vacanza in un posto dove c’era grande rispetto. Mi sono rigenerata, proprio perché potevo uscire senza dover pensare alle difficoltà che avrei trovato per muovermi. Ho capito che cosa significhi vivere in una regione civile. Sarebbe bello che accadesse anche a Roma, ma siamo molto lontani».
Anche Stefania ha partecipato all’evento Tech Care dalla cura al prendersi cura organizzato da Sanofi Genzyme con il patrocinio dell’Aism, per trovare soluzioni innovative per migliorare la qualità della vita delle persone con sclerosi multipla.
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