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Test sierologico dopo il vaccino: è utile?

Molti italiani hanno deciso di sottoporsi a questo esame per capire se la vaccinazione ha dato i suoi frutti. Cosa ne pensano i più importanti esperti?

Aumentano in modo esponenziale le richieste per sottoporsi a un test sierologico dopo il vaccino. Ma è utile? La maggior parte degli esperti sostiene di no. Ad aumentare la confusione è stata anche un’affermazione del presidente del Consiglio, Mario Draghi, che ha parlato pubblicamente del suo test sierologico dopo la prima dose di vaccino. In quel caso la risposta anticorporale sarebbe stata insufficiente dopo la prima iniezione di AstraZeneca, così il primo ministro ha scelto di fare la vaccinazione eterologa. In pratica la seconda dose era Pfizer.

Cos’è il test sierologico?

È un esame che ha l’obiettivo di identificare la presenza di anticorpi per una specifica infezione nel siero. Il siero non è altra che la parte liquida del sangue, senza i globuli rossi, i globuli bianchi, le piastrine e alcune proteine. Si esegue con un semplice prelievo di sangue. Non occorre essere a digiuno, anche se è meglio fare un pasto leggero e non uno abbondante prima del test.

Gruppo San Donato

Per avere indicazioni sulla risposta anticorporale dopo il vaccino, l’esame dovrebbe essere effettuato almeno dopo 10 giorni dall’iniezione della seconda dose del vaccino.

  1. Se abbiamo valori inferiori a 0,80 U/mL, significa che non abbiamo prodotto alcuna risposta immunitaria,
  2. quando i valori superano lo 0,80 U/mL vuol dire che il nostro organismo ha prodotto anticorpi specifici.

Test sierologico dopo il vaccino: per gli esperti è inutile

Dopo il boom di richieste di test sierologico dopo il vaccino, si sono espressi molti esperti. La stragrande maggioranza di loro ha definito questo esame una perdita di tempo e di soldi. Le motivazioni sono diverse. Innanzitutto c’è il problema che l’immunità alla malattia non dipende dal numero degli anticorpi. Ma c’è di più. La protezione nei confronti di un’infezione dipende molto anche dalle cellule immunitarie. Queste cellule non vengono identificate dal test sierologico. Servono esami di laboratorio particolarmente complessi per individuarle.

La doppia risposta del sistema immunitario

Quindi, per capirci. Se veniamo contagiati o ci vacciniamo contro una malattia le nostre difese hanno a disposizione una doppia risposta:

  1. una risposta anticorporale, quindi connessa con la produzione di anticorpi, che possono essere individuati attraverso un prelievo del sangue,
  2. una risposta cellulare, che invece è di difficile lettura.

Di conseguenza, una persona che ha un esito negativo dal test sierologico, potrebbe essere protetto dalla risposta delle cellule immuno competenti e viceversa. Insomma potrebbe essere falsamente rassicurante o falsamente allarmante.

Test sierologico dopo il vaccino: pensare di essere protetti perché si ha un alto numero di anticorpi è un errore

Prima di tutto va ribadito che non c’è ancora certezza sul numero di anticorpi che eventualmente servano per proteggerci da Covid. La cifra di 0,80 U/l è stata decisa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla base di ipotesi, ma non di studi scientifici provati. Quindi non sappiamo a quale livelli di anticorpi corrisponda la protezione. In ogni caso “è sbagliato pensare che avendo una quantità alta di anticorpi si possa rinunciare alla seconda dose”.

Cosa ne pensa l’Agenzia Americana del Farmaco?

Anche negli Stati Uniti, la Food and Drug Administration ha sconsigliato alla popolazione di sottoporsi ai test sierologici con l’intenzione di capire se ci sia o meno la risposta anticorporale a Covid 19. Il problema è sempre lo stesso. Non ci sono informazioni a prova di scienza sull’interpretazione del risultato di questo esame dopo la vaccinazione.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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