Il reflusso gastroesofageo notturno interessa molti più italiani di quanto si pensi. È tra l’altro il sintomo che la malattia potrebbe essere in una fase più importante.
Già in generale la malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) è molto frequente. Colpisce 4 italiani su dieci e lo fa spesso. Com’è noto la manifestazione principale è appunto il reflusso di materiale dallo stomaco all’esofago. I succhi gastrici passano attraverso l’esofago, che a differenza della mucosa che riveste lo stomaco, non ha le caratteristiche per sopportare l’acidità di questi liquidi e si irrita. Questi succhi possono arrivare fino alla bocca, con il classico regurgito.
Il sintomo più importante è un bruciore retrosternale, perché lo percepiamo dietro al petto. Può interessare anche la gola e le scapole. In chi soffre di reflusso, appare dopo un lauto pasto, soprattutto se carico di grassi, cibi acidi come il pomodoro, gli agrumi e alcuno spezie, ma anche se esageriamo con le sigarette, il caffé, gli alcolici e il cioccolato.
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I sintomi notturni
Gli esperti stimano che in 8 casi su 10 i sintomi possono manifestasi di notte. Le conseguenze maggiori riguardano il sonno, che diventa molto disturbato. I risvegli sono frequenti, si può essere colpiti da tosse notturno e senso di soffocamento. L’impatto sulla qualità della vita è notevole.
Quali sono i rimedi contro il reflusso gastroesofageo notturno?
I rimedi sono gli stessi del reflusso gastroesofageo che colpisce durante il giorno. Assumere i classici farmaci anti-secretivi, in particolare gli inibitori di pompa protonica, riduce significativamente la carica acida dei succhi gastrici. Di conseguenza il sonno migliora, l’esofago non si irrita e potremo riposare normalmente.
Questa terapia farmacologica però incide solo sui sintomi e non sulle cause. Di conseguenza non solo non dobbiamo approfittarne, perché a lungo andare possono diventare pericolosi, ma devono essere accompagnati da un drastico cambiamento degli stili di vita.
L’alimentazione ha un ruolo cruciale. Bisogna:
- limitare il più possibile i cibi grassi e i pasti abbondanti;
- evitare cibi acidi come il pomodoro o gli agrumi, le spezie e il cioccolato, anche quello fondente;
- non bere alcol, caffè e tè;
- non andare a dormire se non dopo aver digerito.
Tra le altre abitudini:
- smettere di fumare;
- rialzare di qualche centimetro la testata del letto.
Se la situazione non migliora, il gastroenterologo dopo una visita e alcuni esami può decidere di prescrivere altri farmaci come:
- gli anti-acidi, che appunto abbassano in modo artificiale l’acidità dello stomaco;
- i farmaci alginati, che formano una barriera protettiva per l’esofago nei confronti del reflusso.