È l’informazione che virologi, infettivologi ed epidemiologi di tutto il mondo anelano a scoprire. Quanto dura il vaccino contro il Covid-19? Per quanto tempo gli anticorpi stimolati dalla vaccinazione ci proteggeranno dall’infezione? Molte ricerche internazionali si stanno concentrando su questo aspetto. Tra queste, una condotta dall’Ospedale Niguarda di Milano in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano. I risultati sono incoraggianti: 3 mesi dopo la seconda dose di vaccino gli anticorpi contro il coronavirus restano nell’organismo.
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Lo studio italiano
Per cercare di capire quanto dura il vaccino, lo studio – battezzato “Renaissance” – ha analizzato un campione molto ampio (il più ampio preso in esame fino ad oggi in Italia) composto da oltre 2.400 operatori sanitari dell’ospedale milanese. I ricercatori hanno valutato la risposta immunitaria misurandola in due “step”. Il primo è stato dopo 14 giorni dalla seconda dose di vaccino, il secondo a 3 mesi dal completamento del ciclo di immunizzazione (tutti i partecipanti sottoposti allo studio hanno ricevuto il vaccino Comirnaty di Pfizer/BioNTech tra gennaio e febbraio).
Anticorpi contro il coronavirus dopo 3 mesi
Alla prima analisi i ricercatori hanno osservato una risposta anticorpale in oltre il 98% dei vaccinati. Alla seconda analisi, quindi dopo tre mesi, «in tutti coloro che avevano risposto positivamente al vaccino persiste il titolo anticorpale nel siero» ha spiegato Francesco Scaglione, direttore del Laboratorio di Analisi chimiche e Microbiologia dell’ospedale Niguarda. «Come atteso, i valori medi rilevati sono naturalmente diminuiti nel tempo (di circa il 50% in media). Ma comunque sono ancora molto superiori alla soglia di negatività».
Il vaccino difende dalla malattia sintomatica
Quello che ancora gli esperti non sanno, però, è il “cut-off”. Ossia il titolo anticorpale minimo per essere protetti. «Ne sapremo certamente di più quando lo studio completerà il suo iter» continua Scaglione. La ricerca, infatti, «prevede un dosaggio anche a 6 e 12 mesi di distanza. Intanto, la validità del vaccino è confermata anche dal fatto che nessuno abbia sviluppato una malattia sintomatica durante i mesi della terza ondata pandemica».
Cosa significa risposta immunitaria
È importante sottolineare, comunque, che la risposta anticorpale osservata nella ricerca (anticorpi IgG diretti contro il recettore RBD della proteina Spike) riflette solo una parte del complesso meccanismo di protezione attivato dall’organismo con il vaccino.
Oltre agli anticorpi, infatti, vi è la risposta mediata dalle cellule come quelle della memoria e le cellule natural killer, che rappresentano gli elementi fondamentali per una protezione prolungata nel tempo.
«Conclusa la prima fase dello studio, approfondiremo la risposta delle cellule T» conferma lo specialista. «Si tratta delle cellule deputate alla memoria. Per capire se il vaccino può indurre un’immunità molto duratura».