Nuotare in piscina o al mare? Quali sono le differenze. Visto che il secondo allenamento della quarta settimana del quarto mese prevede l’allenamento aerobico possiamo scegliere di allenarci nuotando. Le piscine scoperte sono già aperte, quelle chiuse lo saranno molto presto.
Il circuito prevede:
- nuoto leggero per cinque minuti come riscaldamento;
- un minuto e mezzo di nuoto stile libero veloce;
- riposate un minuto,
- un minuto e mezzo di nuoto stile libero massima velocità;
- un minuto fermi.
Ripetete per otto volte.
Se non sapete nuotare, va bene applicare lo stesso schema alla bicicletta o alla corsa. Abbiamo già analizzato l’importanza dell’alternanza tra un movimento veloce e uno lento.
In questo articolo
Nuotare in piscina o al mare: quali sono le principali differenze?
Anche a intuito è chiaro che nuotare in piscina o al mare sia diverso. Certo, il movimento è lo stile, ma tra nuotare nelle placide acque della piscine o affrontare le cosiddette acque libere, come laghi, fiumi o mare c’è una differenza abissale, per rimanere in tema.
Le condizioni ambientali
Le condizioni ambientali sono estremamente differenti. Ci sono differenze di visibilità, di temperatura, di correnti. Insomma in piscina nulla può accadere. Nelle acque aperte possiamo incontrare più ostacoli e anche qualche paura psicologica. L’esperienza è sicuramente diversa.
Nuotare in piscina o al mare: il galleggiamento e le correnti
È più facile restare a galla nell’acqua marina. Il sale è molto di aiuto in questa pratica. Avete mai provato la posizione del morto in piscina? Ecco è sicuramente più facile farla nell’acqua di mare.
D’altro canto il mare ha le onde che spingono a nuotare in modo differente rispetto a quello che avviene in piscina. Occorre anche orientarsi. In piscina si potrebbe anche nuotare a occhi chiusi. Nei laghi e nei fiumi il problema principale è invece rappresentato dalle correnti, che possono cambiare anche all’improvviso. Il moto ondoso impedisce di tenere un ritmo regolare nei movimenti di braccia e di gambe. È però sicuramente sfidante nuotare in acque libere, anche per gli stimoli muscolari diversi.
La temperatura
Le piscine hanno una temperatura costante. Secondo diversi studi nel settore, per le piscine esterne, la temperatura ottimale è compresa tra i 22° e i 28° gradi. Naturalmente è impossibile stimare invece i valori delle acque aperte. Fiumi e laghi poi possono essere molto freddi. È logico che le temperature basse rendono l’allenamento più competitivo, ma anche faticoso. Il freddo fa arrivare meno sangue ai muscoli del corpo. Di conseguenza la fatica sarà decisamente più intensa. Ecco perché spesso si consiglia di nuotare con una muta che tiene il corpo a una temperatura costante.
Il ruolo del sale
Il sale è un elemento non trascurabile quando si affronta una nuotata in mare. Rende infatti l’acqua molto abrasiva. Possono verificarsi abrasioni fastidiose a livello dell’inguine e dell’ascella. Meglio spalmarsi un po’ di vaselina in queste zone per mettersi al sicuro.