La prevenzione del tumore alla prostata passa anche per l’acido acetilsalicilico, il principio attivo dell’aspirina. Comunemente utilizzata per far passare i sintomi di raffreddore e influenza, se questa sostanza viene assunta a bassi dosaggi può anche ridurre del 60% la possibilità di sviluppare cancro alla prostata, la neoplasia più diffusa nella popolazione maschile.
Il risultato è arrivato a maggio 2016 grazie a un’analisi del database Health Search della Società Italiana di Medicina Generale (Simg), che dal 1998 raccoglie informazioni inviate dai medici di base e tramite cui è possibile fare indagini di tipo epidemiologico. Tutte le persone scelte per lo studio assumevano quotidianamente aspirina a basse dosi (nota anche come aspirinetta), perché colpiti in passato da infarto, ictus o altri problemi cardiovascolari o cerebrali. È proprio grazie all’osservazione di questi pazienti che è stata scoperta la correlazione tra assunzione di acido acetilsalicilico e la riduzione del rischio di sviluppare tumore alla prostata.
L’azione preventiva dell’aspirinetta con una drastica riduzione del rischio è stata rivelata soprattutto nei pazienti che l’hanno assunta per lungo tempo e con un’alta frequenza. Dopo il primo anno, infatti, il rischio si abbassa del 40%, mentre dopo cinque anni di terapia con almeno tre assunzioni a settimana, la percentuale si alza al 60.
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