Riammalarsi di Covid. È questo l’incubo dei milioni di cittadini che hanno già avuto a che fare con la malattia. Cominciamo con il dire subito che secondo il primo studio mai svolto su larga scala, una precedente infezione da Covid-19 ha un effetto protettivo sulla stragrande maggioranza delle persone guarite. I risultati della ricerca svolta in Danimarca sottolineano che appena lo 0,65% dei pazienti ha avuto la sventura di riammalarsi di questa infezione.
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Riammalarsi di Covid: cosa dicono i dati analizzati
Lo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet. L’analisi dei dati raccolti ha dimostrato che le reinfezioni di Sars-CoV-2 sono estremamente rare, anche se sono più comuni nella fascia di popolazione che supera i 65 anni. Gli over 65 sono più a rischio di contagiarsi nuovamente. In questa fascia d’età la protezione da infezioni ripetute è al 47%, contro l’80% registrato fra i più giovani.
Gli esperti spiegano meglio cosa significhino queste percentuali. Non si può essere ancora sicuri che con questo tipo di malattia si possa “stare tranquilli” dopo essere guariti. Quindi la vaccinazione è l’unico modo per cercare di superare questo momento.
Importante vaccinare gli over 65 anche guariti
Questi dati, che sono rassicuranti rispetto a quelli diffusi da alcuni esperti, evidenziano ancora una volta quanto sia comunque importante vaccinare la popolazione più anziana. Non solo sono quelli che hanno un elevato rischio di complicanze, ma anche coloro che potrebbero correre il rischio di tornarsi ad ammalare di Covid 19. La priorità della vaccinazione per questa parte della popolazione si rende necessaria quindi anche nelle persone che già sono state colpite da Covid.
4.000.000 di persone sotto osservazione
I ricercatori in forza agli istituti di ricerca danesi hanno analizzato di dati racconti all’interno dell’iniziativa nazionale di screening con tampone gratuito che ha permesso di testare più di due terzi della popolazione. Stiamo parlando di 4.000.000 di persone, il 69% dell’intera popolazione del Paese nordico.
Riammalarsi di Covid: quanto dura l’immunità?
L’analisi si è poi concentrata sulla durata dell’immunità. La principale difficoltà incontrata dal team di ricerca sta nel poco lasso di tempo a disposizione. Covid 19 è una malattia “giovane”. Occorrono ora studi ulteriori per capire gli effetti a lungo termine sull’immunità. «Non ci sono evidenze che indichino che la protezione cali entri i 6 mesi dall’infezione». Daniela Michlmayr è ricercatrice dello Staten Serum Institut danese. «È stato dimostrato che i coronavirus Sars e Mers, strettamente correlati, conferiscono una protezione immunitaria contro le reinfezioni che dura fino a 3 anni». Il lavoro non ha preso in esame le varianti che stanno preoccupando molti esperti.
Riammalarsi di Covid: i dati degli operatori sanitari
I ricercatori dell’istituto di ricerca della Danimarca hanno poi dedicato un approfondimento apposito agli operatori sanitari. Com’è noto questa categoria di lavoratori ha una maggiore esposizione al virus. Anche in questo caso però i risultati sono rassicuranti. Si è reinfettato l’1,2% di chi aveva avuto Covid nella prima ondata, rispetto al tasso di infezione di chi non aveva mai incontrato il virus pari al 6,2 per cento.
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