La tuffatrice Tania Cagnotto, che tra Mondiali, Europei e Giochi Olimpici ha collezionato 41 medaglie, ha annunciato su Instagram di essere in dolce attesa, ufficializzando il suo ritiro. L’atleta, come racconta a OK Salute e Benessere, non parteciperà a Tokyo 2021.
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Tania Cagnotto: «Spesso bisogna avere il coraggio di fermarsi»
Nella vita dobbiamo, per prima cosa, essere onesti con noi stessi e talvolta avere anche il coraggio di dire: «Basta, mi fermo qui». Ecco, dopo quasi vent’anni di onorata carriera agonistica, trascorsa in punta di piedi sul filo del trampolino, nei mesi scorsi ho capito che inseguire un’altra Olimpiade sarebbe stata una forzatura e che forse avrei fatto meglio ad appendere il costume al chiodo… Una volta per tutte. Sì, perché, dopo la favola vissuta nel 2016 a Rio, dove ho conquistato un argento nel sincronizzato e un bronzo individuale, suggellando un’incredibile e gratificante storia d’amore coi tuffi, avevo già accarezzato l’idea di mollare il colpo e ritirarmi. Una scelta dettata anche dalla volontà di metter su famiglia col mio compagno Stefano, che di lì a qualche settimana avrei sposato all’Isola d’Elba, e corroborata quando ho saputo di essere in dolce attesa: nel gennaio 2018, infatti, è nata Maya.
«Volevo ritirarmi ma non avevo fatto i conti con Francesca Dallapè»
La gravidanza prima e la gestione della bambina poi non mi hanno fatto in alcun modo sentire la mancanza di piscina e palestra. Anzi, ero felice di quanto avessi dato a questo meraviglioso sport e all’Italia, ma la mia vita ormai stava prendendo una direzione diversa. Non avevo però fatto i conti con Francesca Dallapè, con la quale per anni ho formato la coppia d’oro del sincro italiano, che ha iniziato a stuzzicarmi (mannaggia a lei!) con l’idea di sfidare i nostri limiti e provare a rincorrere il sogno olimpico da mamme. Francesca, infatti, aveva avuto la prima figlia, Ludovica, qualche mese prima di me.
Una pulce nell’orecchio difficile da ignorare, soprattutto perché per la prima volta avremmo potuto affrontare la competizione senza le pressioni e lo stress ai quali ogni atleta è sottoposto costantemente. Avremmo partecipato più per il gusto di rimetterci alla prova, reduci entrambe da due gravidanze e non proprio più giovanissime, più che per fare incetta di medaglie.
Tania Cagnotto: «Mi sentivo in colpa verso Maya»
E così, con la testa ai Giochi di Tokyo 2020, verso la fine del 2018 ho ripreso gradualmente ad allenarmi per recuperare una buona forma fisica e ripristinare i meccanismi dei movimenti che avevo perso a causa dello stop, per poi intensificare la mia attività nel corso dell’anno successivo. Sebbene ci abbia dato dentro, però, non nascondo di aver fatto fatica a ritrovare il feeling giusto col trampolino e a far sì che il mio corpo rispondesse come volessi.
A livello mentale, poi, non ero pienamente serena: nonostante mi piacesse avere qualche ora tutta per me, per tuffarmi e fare esercizio fisico, mi sentivo spesso in colpa nei confronti di Maya. Con la ripresa degli allenamenti le stavo sicuramente togliendo tempo e attenzioni, senza contare che, se fossi partita per una gara lontana, avrei dovuto decidere se portarla con me – con tutte le difficoltà del caso – o lasciarla temporaneamente coi nonni. Penso che molte mamme, combattute tra la voglia di portare avanti la propria attività e la volontà di non trascurare le esigenze dei figli, possano ritrovarsi nelle mie parole.
«A causa di Covid e lockdown ho perso l’entusiasmo iniziale»
Comunque, seppur con mille difficoltà, di fondo c’era ancora quella «fame» che mi spingeva ad andare avanti e a perseguire questo sogno, condiviso sempre con l’inseparabile Francesca. A rovinare i nostri piani si sono messi la pandemia e il lockdown, a causa dei quali le Olimpiadi sono state posticipate al 2021 e noi, come tutti, siamo state costrette a stare lontane dalla piscina. Sapendo quali sacrifici – fisici e psicologici – avessi fatto per arrivare fin lì, per me è stata una batosta, consapevole anche del fatto che avrei nuovamente perso la forma fisica, la sensibilità con l’acqua e il trampolino, i sincronismi, tutto. La «fiamma» si stava spegnendo, lo percepivo. Difficile, a quel punto, ritrovare l’eccitazione iniziale e aspettare un altro lungo anno, senza peraltro avere la garanzia che i Giochi venissero confermati.
Tania Cagnotto: «Ho lasciato che il destino scegliesse per me»
Inoltre, sarò sincera, nei mesi di chiusura nazionale ho avuto modo di valutare anche altri aspetti della mia vita. Avrei voluto riprovare, infatti, la gioia della maternità e le Olimpiadi sfumate mi sono parse quasi un segno… Del resto quando si hanno 35 anni e si desidera diventare mamma-bis, qualche conto col proprio orologio biologico s’inizia a farlo. Sarebbe valsa la pena attendere i prossimi Giochi, con un anno in più sulle spalle e l’ansia di non riuscire, magari, ad avere un’altra gravidanza? Perché, si sa, spesso le cose belle si fanno attendere, specie se le si vuole con determinazione.
Ho avuto la fortuna di chiudere la carriera in bellezza e, per quanto potesse essere stimolante che la piccola di casa mi vedesse sul trampolino di Tokyo, niente sarebbe stato meglio di quanto accaduto a Rio nel 2016. E allora ho lasciato che il destino scegliesse per me, senza rimpianti, né pressioni o frenesie particolari… E quel destino ha voluto regalarmi un’altra bambina, tanto desiderata e già molto amata, che nascerà a fine febbraio.
«Le mie sliding doors mi hanno resa felice»
Come insegna Sliding Doors, il film del 1998 con Gwyneth Paltrow, dietro alle porte che si aprono e chiudono davanti a noi si nascondono l’imprevedibilità degli eventi, le coincidenze, le scelte personali e la sorte, che spesso portano a domandarci: «Cosa sarebbe successo se…?». Ecco, nel mio caso forse sarebbe dovuta andare così fin dall’inizio, ho solo colto i segnali – se vogliamo chiamarli così – che mi si sono presentati davanti e che mi hanno condotta a dire: «Basta, mi fermo qui».
Assecondando il destino, mi sono resa conto che oggi, grazie a tutto ciò che ho ottenuto in passato, al mio pancione e ai sorrisi di Maya che si sta preparando a fare la sorellona, sono davvero felice così. Poi tra qualche anno, quando le bimbe saranno un po’ più grandicelle, potrei anche ributtarmi nello sport, magari creando una squadra di giovani, una «Academy Cagnotto», con la Bolzano Nuoto. Mi vedo lì, un giorno, perché l’amore per questa disciplina è sempre tanto, ma ora come ora voglio tuffarmi a capofitto solo nella mia famiglia.
Tania Cagnotto