Salute

Sepsi: cos’è, sintomi, cure e diagnosi

È un'infezione ancora oggi molto diffusa che provoca conseguenze molto serie, fino a poter arrivare alla morte del paziente. In Italia aumentano i morti, in controtendenza con il resto del mondo occidentale

Uccide quattro volte di più del tumore del colon, cinque volte di più dell’ictus e dieci volte di più dell’infarto. La sua mortalità nei casi più gravi può raggiungere il 70% e la sua incidenza è in continuo aumento. In Europa si contano più di 700.000 casi di sepsi, o setticemia, all’anno di cui uno su cinque ha esito fatale. Chi sopravvive, spesso, riporta conseguenze organiche per tutto il resto della vita. Se fosse una malattia sarebbe la seconda più letale al mondo, con 7-9 milioni di morti l’anno, molti di più rispetto ad esempio ai 7-800mila dell’Hiv-Aids. Anche le morti legate al super batterio New Dehli sono legate a sepsi.

Cos’è la sepsi?

Si tratta di una malattia caratterizzata dalla presenza di batteri nel sangue. Se una volta entrati nel sangue e diffusi nell’organismo questi batteri iniziano a crescere e a proliferare, producono una grave infezione.
È causata da agenti patogeni che prima colpiscono una parte qualsiasi del nostro corpo e poi riescono a diffondersi ovunque attraverso la circolazione sanguigna. Nella maggioranza dei casi si verifica a causa del mancato o inadeguato trattamento di un ascesso o di un altro processo infiammatorio di origine batterica.

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Quali sono i sintomi della sepsi?

I sintomi più diffusi sono:

  • forti brividi,
  • febbre elevata,
  • confusione e disturbo della coscienza,
  • diminuzione della pressione arteriosa e contemporaneo aumento della frequenza respiratoria.

La diagnosi non sempre è semplice

Per le sue caratteristiche cliniche è difficilmente diagnosticabile, specialmente nelle fasi più precoci e può colpire chiunque senza distinzione di età, sesso, condizioni di salute precedenti. Sono maggiormente esposte le persone con ridotte difese immunitarie. Gli anziani e i bambini i più colpiti.

La diagnosi viene fatta generalmente attraverso l’emocoltura, che è appunto l’esame colturale del sangue. Altri controlli importanti sono l’emocromo, i test coagulativi, i test di funzionalità renale, epatica ed esami radiologici come la tac.

Sepsi: quali sono le terapie disponibili?

La cura principale è a base di antibiotici, somministrati a dosi elevate e a lungo. Molto importante anche la nutrizione per via endovenosa. Possono servire emodialisi, assistenza respiratoria anche artificiale, farmaci per sostenere la pressione, emotrasfusione.

Sepsi e antibiotico resistenza 

I casi di sepsi o setticemia crescono di pari passo con l’antibiotico resistenza, che rende più facile la diffusione delle infezioni, mentre diminuiscono le armi che i medici hanno a disposizione. L’Italia è il Paese che ha più decessi in Europa per questo fenomeno. Perché?

La situazione in Italia: da noi il numero di decessi è aumentato

In Italia il numero delle morti che sono riconducibili alla sepsi è cresciuto negli ultimi anni passando da 18.668 del 2003 a 49.301 del 2016, con il 75% dei casi che si riscontra negli anziani, anche a causa della presenza contemporanea di più condizioni che debilitano le condizioni fisiche.

«Questa battaglia si conduce tutti i giorni nei reparti ospedalieri e nei laboratori di Microbiologia di tutto il mondo – sottolinea Pierangelo Clerici, presidente dell’Amcli, l’Associazione dei Microbiologi Clinici Italiani -. Si pensi che per ogni ora di ritardo diagnostico la mortalità aumenta del 7,6 per cento. Doveroso quindi parlarne e fare fronte comune per contenere questa grave minaccia. Va, inoltre, sottolineato che la sepsi è al primo posto in molte nazioni europee tra le quali l’Italia, in relazione ai costi di ospedalizzazione e di spese sanitarie in generale».

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