Personaggi

Selvaggia Lucarelli: «Il dolore per un amore finito mi ha fatto perdere i capelli»

«Sette anni fa fui lasciata all’improvviso e iniziò un lungo periodo di sofferenza. Con una forte ripercussione psicosomatica: la mia chioma si diradava sempre più»

A ogni svolta significativa della vita, una donna riparte sempre dai capelli. Li taglia, li colora, li arriccia. È una sorta di punto e a capo. Per cambiare e ricominciare. Avrei voluto farlo anch’io sette anni fa, al termine di una storia d’amore che si era conclusa bruscamente lasciandomi incredula e stordita. Ma non ho potuto. Perché a quello stress così forte, il mio fisico ha reagito con un’altrettanto intensa reazione psicosomatica, che mi ha provocato proprio una massiccia caduta di capelli.

Il fatto è che su quella relazione avevo investito davvero molto. Troppo. Tanto più che uscivo da un periodo estremamente delicato, dovuto anche alla recente separazione da mio marito. Per quel nuovo amore avevo lasciato Roma e mi ero trasferita nella casa di lui a Milano, portando con me soltanto mio figlio, ancora molto piccolo. Nella mia città avevo lasciato familiari e amici, e non avevo un lavoro su cui contare con certezza, ma ero convinta di aver fatto la scelta giusta. Credevo che con quell’uomo avrei ritrovato la mia stabilità. E invece, meno di un anno dopo, all’improvviso mi ha lasciata. Chiedendomi senza mezzi termini di fare le valigie, con un’insensibilità di cui non lo avrei creduto capace. Un trauma, per me, che mi ha fortemente destabilizzata. E che il mio corpo ha somatizzato provocandomi un’improvvisa caduta di capelli. Lo chiamano defluvium capillorum: è una reazione che si manifesta frequentemente in caso di stress (per saperne di più leggi qui), soprattutto a causa di episodi luttuosi. E la mia situazione, metaforicamente, lo era. O almeno, è così che ho vissuto quell’abbandono. Avevo sempre portato i capelli molto lunghi: erano folti, lucenti e molto curati. Hanno cominciato a spezzarsi, a sfilacciarsi, a diradarsi. Li trovavo impigliati alla spazzola ogni volta che li pettinavo, nella vasca da bagno quando li lavavo, sul cuscino appena alzata al mattino. Giorno dopo giorno, la mia chioma era sempre meno folta, e in maniera molto evidente, al punto che ho dovuto perfino ricorrere alle extension.

Gruppo San Donato

Sono riuscita a riprendere in mano la mia vita
Ho iniziato a sperimentare tutti i rimedi di cui venivo a conoscenza documentandomi a più non posso: li lavavo con l’acqua fredda, usavo lozioni e impacchi, ho provato anche con i fiori di Bach. Ma si rivelavano tutti dei palliativi. Perché, se già i rimedi contro l’alopecia sono pochi e non sempre efficaci, figuriamoci quando non si tratta di un problema fisico ma di una ferita dell’anima. Ne ero pienamente cosciente. E quindi sapevo anche che la vera soluzione era dare a me stessa il tempo di elaborare il lutto, metabolizzando la fine della mia storia d’amore. Ho attraversato tutte le fasi che una simile situazione inevitabilmente comporta: la depressione profonda, il rimpianto, la malinconia, la voglia di uscire continuamente per stordirmi e non pensare. E a poco a poco sono riuscita a riprendere in mano la mia vita. Con una consapevolezza fondamentale che forse acquisivo per la prima volta: dovevo imparare a investire su me stessa, non sugli altri come avevo fatto troppo spesso.

Ho scelto di rimanere a Milano, di trovarmi una casa e delle nuove amicizie, di rimettermi in gioco e ricominciare a vivere, dando il via a un lungo periodo di «singletudine» che mi ha indubbiamente fortificata. Nel giro di un mese, la caduta dei capelli ha cominciato ad attenuarsi, fino a sparire, anche se purtroppo la loro consistenza non è più tornata quella di prima. Ma a quel punto non mi importava più. Ancora una volta il mio corpo si era rivelato una severa sentinella della mia anima: non era la prima volta che mi capitava di somatizzare, e sempre nell’ambito dei sentimenti. Ogni volta che sono io a non essere più appagata da una relazione ma non trovo il coraggio di chiuderla, sviluppo una sorta di allergia agli anelli che porto al dito: mi provocano delle bolle fastidiose e antiestetiche, fino a costringermi a sfilarli. Mi è successo perfino con la fede nuziale. E certo non sono allergica all’oro…

Selvaggia Lucarelli

Testimonianza raccolta da Grazia Garlando per OK Salute e benessere maggio 2016

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