Il deficit di vitamina D riguarda ben il 50-60% della popolazione, e questa carenza si traduce in un aumentato rischio per la salute delle ossa, del cuore e di altri organi. A mettere in guardia questa volta è la Sigr, la Società’ italiana di gastro reumatologia: «La quantità nel sangue dipende da molteplici fattori: dal tempo trascorso al sole (ne produciamo anche quando il cielo è coperto), ma anche dall’albumina presente nel sangue, dal colore della pelle (quella scura ne sintetizza meno), dalla stagione e dalla latitudine alla quale si vive» spiega Palma Scolieri, dell’UOC di Medicina Interna dell’ospedale Nuovo Regina Margherita di Roma. La Sigr consiglia di prevedere 30 minuti all’aperto ogni giorno perché possono fungere da ‘serbatoio’ anche in vista dei mesi invernali.
Attenzione: le creme solari protettive sono fondamentali per prevenire scottature e allontanare il rischio melanoma, ma se il fattore Spf è superiore a dieci, la vitamina D non viene sintetizzata a sufficienza a livello cutaneo.
Che fare? Esporsi al mattino presto, per esempio tra le 8 e le 10, utilizzando una crema con un fattore di protezione molto basso o se è molto presto, anche senza nulla: basta avere le braccia scoperte facendo una passeggiata o stare seduti a un tavolino del bar bevendo un caffè con un’amica o da soli leggendo il giornale.
In definitiva, il solo fatto di essere abbronzati non si traduce automaticamente nella certezza di aver fatto scorta di vitamina D.
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