Il trasloco è uno di quei momenti della vita in cui lo stress sale alle stelle. Mobili da imballare, pacchi da fare e da disfare. Quasi un incubo, alleviato solo dal fatto che generalmente ci si trasferisce in un appartamento più vicino alle nostre esigenze.
Chi soffre di più però sono i bambini, specie se i traslochi sono troppo frequenti. A rivelarlo un’indagine del Boston College degli Stati Uniti, che è stata pubblicata sulla rivista Child Development. A pagarne le conseguenze è soprattutto il loro rendimento scolastico in generale, e le loro abilità di lettura e in matematica in particolare. Tutto ciò avviene anche se con il cambio della casa, la scuola resta sempre la stessa.
I ricercatori americani hanno analizzato un grande campione di bambini, più di 19.000, seguendoli dalle scuole materne fino alla fine delle medie, nell’ambito dell’Early Childhood Longitudinal Study, uno studio sull’infanzia e l’adolescenza, portato avanti per fornire agli scienziati, ai legislatori, agli educatori, agli insegnanti e a tutti coloro che hanno a che fare con il mondo dei bambini delle informazioni dettagliate sulla salute dei ragazzi, sul loro sviluppo e sulla loro istruzione.
I risultati dell’analisi sono molto chiari: a ogni trasloco è collegato a voti più bassi soprattutto in lettura e matematica, ma si traduce anche in minori capacità sociali e un più alto tasso di problemi emotivi e comportamentali.
Attenzione, perché i problemi dipendono molto dall’età in cui si cambia casa: nei primi anni di vita i traslochi provocano difficoltà di comportamento ed emotivi che possono durare a lungo. Cambiare casa tra la fine dell’infanzia e l’inizio dell’adolescenza può prevalentemente comportare problemi a scuola, con la matematica e la lettura, che per fortuna però sembrano essere a breve termine.
Francesco Bianco
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