La fame è una cattiva consigliera: tutta colpa della grelina, l’ormone prodotto a digiuno dallo stomaco, che una volta raggiunto il cervello finisce con l’accendere i circuiti nervosi dell’impulsività. Lo dimostra uno studio condotto sui topi dai ricercatori dell’Università di Goteborg, in Svezia.
I risultati, pubblicati sulla rivista Neuropsychopharmacology, aprono una nuova “finestra” sul cervello, svelando un meccanismo inedito che potrebbe diventare un bersaglio da colpire per curare diversi disturbi neuropsichiatrici legati all’impulsività, come i disturbi ossessivo-compulsivi, l’autismo, la dipendenza dalle droghe, l’ADHD nei bambini iperattivi e i disturbi alimentari.
«Per la prima volta – spiega la ricercatrice Karolina Skibicka – siamo riusciti a dimostrare che l’innalzamento della grelina, prima dei pasti o durante il digiuno, induce il cervello ad agire d’impulso, condizionando la capacità di prendere decisioni in maniera razionale».
Gli esperimenti sui topi di laboratorio dimostrano inoltre che l’aumento dei livelli di grelina cambia perfino l’espressione del Dna nei neuroni coinvolti nei processi decisionali e nei comportamenti impulsivi. Le alterazioni colpiscono in particolare geni ed enzimi legati alla dopamina (la molecola-segnale che nel cervello regola i circuiti della ricompensa e della dipendenza), esattamente come accade nell’ADHD e nei disturbi ossessivo-compulsivi.
«Questi risultati – sottolinea Skibicka – indicano che i recettori per la grelina nel cervello possono diventare bersaglio per futuri farmaci contro disturbi psichiatrici caratterizzati da problemi di impulsività e perfino i disturbi alimentari».
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