Potenziare i muscoli senza nemmeno una goccia di sudore, ottenendo gli stessi risultati di un allenamento in palestra ma in un terzo del tempo: ecco l’allettante promessa delle nuove tute per l’elettrostimolazione muscolare total body, sempre più di moda tra gli amanti del fitness. Ma funzionano davvero?
Porsi la domanda è cosa lecita, perché a quanto pare esistono scarse prove scientifiche della loro efficacia, mentre si registrano già i primi casi di pazienti finiti sul lettino del dottore con muscoli danneggiati o perfino “rotti” proprio a causa dell’uso scorretto delle tutine elettriche. A denunciarlo è una lettera pubblicata sul British Medical Journal (BMJ) da un gruppo internazionale di esperti coordinato da Nicola Maffiuletti, direttore dello Human Performance Lab presso la Schulthess Clinic di Zurigo, in Svizzera.
I medici affermano di aver già visitato tre pazienti che sono andati incontro a rabdomiolisi (rottura delle fibre muscolari) dopo l’elettrostimolazione, ma il fenomeno potrebbe riguardare un numero ben più ampio di persone.
Il danno di queste tute non si limiterebbe ai muscoli: la rottura delle loro fibre, infatti, provoca il rilascio nel sangue di una proteina, la mioglobina, che può accumularsi finendo per danneggiare anche le cellule dei reni.
Non è dunque un caso che il ministro della salute israeliano abbia già preso provvedimenti per regolare l’utilizzo di questi dispositivi potenzialmente pericolosi, vietandolo nelle palestre e senza il controllo di un medico: un esempio che dovrebbe essere seguito anche dagli altri Paesi, secondo il gruppo di Maffiuletti.
Il problema è che la tecnica di elettrostimolazione muscolare viene generalmente considerata sicura perché mutuata proprio dal campo della fisioterapia e della riabilitazione, dove gli elettrodi vengono applicati a singoli gruppi muscolari per recuperarne la funzionalità dopo un trauma o una malattia. L’industria del fitness, però, ha estremizzato questo trattamento, e dopo averlo usato per potenziare glutei, addominali e pettorali, è arrivata ad applicare gli elettrodi su tutto il corpo, con conseguenze ancora non ben definite.
«Il pericolo sta nell’applicare più elettrodi su gambe, braccia e tronco: così si ha molta corrente, tutta allo stesso tempo. Nessuno ha ancora quantificato esattamente la dose, non è proprio come sollevare 3 o 5 chili in palestra», afferma Maffiuletti. «Se applichi la stessa corrente a me, poi a te, poi a mia moglie, e poi a mio figlio, la reazione della pelle e dei tessuti vicini ai muscoli sarà differente – aggiunge l’esperto – per questo usare “dosi” di corrente standard per soggetti differenti è una pessima idea. Tutto si basa su quello che percepisce la persona, ma questo non è un parametro affidabile: è come prendere una pillola senza conoscerne il dosaggio».
La raccomandazione degli esperti è dunque quella di fare molta attenzione e usare questi dispositivi con cautela. L’elettrostimolazione muscolare va bene se applicata a piccole dosi e solo su alcuni muscoli, non su tutto il corpo: il trattamento non deve sostituire il normale esercizio fisico, ma può completarlo per quelle persone che si allenano almeno tre volte a settimana. Occhio, poi, alle modalità: molte palestre consigliano di indossare gli elettrodi durante gli esercizi, dunque in movimento, mentre nelle cliniche riabilitative i pazienti stanno fermi durante la stimolazione, proprio per evitare possibili danni muscolari.
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