Avere un fratello o una sorella è un dono, ma ora tra i tanti benefici, come quello di non essere da soli al mondo, c’è quello di dimagrire, soprattutto se si è primogeniti. A rivelarlo uno studio americano dell’università del Michigan, che ha scoperto che essere il figlio o la figlia maggiore rispetto a un nuovo arrivato, di qualunque sesso sia, vuol dire avere una probabilità più bassa di essere sovrappeso.
Non bisogna però dormire sugli allori: quello che viene chiamato “l’effetto fratellino”, come tutte le cose belle, ha limiti di tempo. Occorre infatti che non ci sia una differenza di età superiore ai cinque anni. La ricerca, finanziata dai National Institutes of Health e presto pubblicata su Pediatrics, ha messo sotto osservazione quasi 700 bambini che vivono negli Stati Uniti. I risultati hanno evidenziato che la nascita di un fratello, soprattutto quando il figlio maggiore ha fra i 2 e i 4 anni, porta con sé anche un indice di massa corporea (Bmi) migliore entro l’inizio del ciclo scolastico di primo grado, quello delle scuole elementari per intenderci. I bambini della stessa età che non hanno fratellini, invece, hanno circa il triplo delle probabilità di arrivare sui banchi di scuola già obesi o in sovrappeso.
Tra le possibile cause, il fatto che i genitori alla nascita del secondo figlio pongono maggiore attenzione verso l’alimentazione familiare. Imparare a mangiare bene quando si è piccoli è cruciale per il benessere della propria vita da adulti. Inoltre l’arrivo di un fratellino o di una sorellina rende più attiva la vita del bambino, che quando è solo è naturalmente portato a uno stile di vita sedentario. Con la nascita invece c’è qualcuno sempre pronto con cui giocare. Quindi stop a pomeriggi passati davanti la tv o con i videogiochi, per passare ad attività di relazione, che sono decisamente più attive.
«Lo studio indica che avere fratelli minori, rispetto ad averne di maggiori o a non averne affatto, è correlato a un rischio inferiore di ingrassare – spiega Julie Lumeng, pediatra comportamentale e dello sviluppo al C.S. Mott Children’s Hospital di Ann Arbour, autore senior della ricerca – Questo studio è il primo a indagare sulle conseguenze dell’arrivo di un fratello minore sul Bmi del figlio più grande. Ora però abbiamo bisogno di un nuovo studio per valutare se la nascita di un fratellino produca cambiamenti, anche lievi, nei figli maggiori in termini di abitudini alimentari e attività fisica».
La notizia è decisamente importante perché i tassi di obesità infantile preoccupano molto il mondo della sanità.
Francesco Bianco
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