E’ un po’ la caduta degli dèi della cosmetica. Nessuno li aveva mai visti prima, ma tutti credevano nei loro super poteri. Il loro nome compariva sulle etichette delle creme più famose al mondo, che promettevano di cancellare le rughe dall’interno grazie a queste microscopiche “navicelle”, i liposomi, che dovevano penetrare nella pelle carichi di principi attivi idratanti, tonificanti e nutrienti. “Dovevano”, avete capito bene, perché in realtà questo non accade. I liposomi non riescono a penetrare la pelle, anzi: davanti a questa barriera si infrangono, rilasciando tutto il loro prezioso carico senza portarlo a destinazione.
Lo hanno scoperto i ricercatori dell’Università della Danimarca meridionale, grazie ad un nuovo potentissimo microscopio che riesce a visualizzare perfino le singole molecole e, dunque, anche i misteriosi liposomi.
«Grazie a questo nuovo metodo di indagine abbiamo dimostrato una volta per tutte che i liposomi non riescono a penetrare intatti nella pelle», spiega il ricercatore Jonathan Brewer. «Dobbiamo rivedere la nostra concezione dei liposomi, soprattutto nell’industria cosmetica, dove sono percepiti come delle sfere protettive che trasportano principi attivi attraverso la barriera della pelle».
E’ bene precisare che la ricerca, pubblicata su Plos One, non smentisce l’efficacia dei liposomi, ma soltanto quello che si credeva essere il loro meccanismo d’azione. «Non è del tutto certo che i liposomi disperdano inutilmente i loro principi attivi una volta che si infrangono contro la pelle», sottolineano gli autori. «Potrebbe anche darsi che si inneschi una reazione chimica che in qualche modo favorisce l’ingresso dei principi attivi nella pelle. In questo senso i liposomi potrebbero pure funzionare, ma di certo non agiscono nel modo pubblicizzato dall’industria della bellezza».
L’enigma liposomi non riguarda solo il mondo beauty, però: anche la medicina potrebbe essere interessata da questa scoperta. Da anni, infatti, i ricercatori stanno concentrando l’attenzione sui liposomi con l’obiettivo di usarli come veicoli per trasportare i farmaci all’interno dell’organismo umano. Il fatto che questi “treni merci” deraglino prima di entrare in stazione, farà probabilmente optare per altri mezzi di trasporto molecolare.
di Elisa Buson
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