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La fotografia delle donne italiane

Le donne italiane

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Come sono le donne italiane, dove sono arrivate, quali sono i punti di forza e cosa dev’essere ancora migliorato. Eurispes per la loro Festa regala alle donne la loro fotografia. Sono quasi 31 milioni le donne nel nostro Paese, due milioni in più degli uomini. Le donne italiane continuano a lavorare ogni giorno 326 minuti più degli uomini. Lavori domestici e di cura, casa, figli e genitori anziani. La media Ocse è molto inferiore: 131 minuti. Quella degli uomini del Belpaese si colloca qualche gradino sotto: 103 minuti. L’ultimo rapporto dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo sviluppo indica anche le difficoltà delle italiane: tasso d’occupazione (47% rispetto al 60% della media), tasso di fertilità (1,4 figli a testa) e, appunto, quantità di tempo dedicato a cura e pulizie. Ogni donna in Italia dedica 36 ore la settimana ai lavori domestici, mentre gli uomini non vanno oltre le 14. Sono 22 ore di differenza e si tratta del divario maggiore tra tutti i Paesi industrializzati. Ecco come sono le donne italiane.

Cibo di qualità

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Sul cibo di qualità le donne non hanno dubbi e scelgono il made in Italy, come garanzia di gusto e genuinità. L’82% delle donne acquista alimenti di origine nostrana l’82% delle donne, a fronte del 78,5% degli uomini. Oltre la metà delle donne compra prodotti a marchio Dop, Igp e Doc, e il 41,3% – contro il 33% degli uomini – compra spesso prodotti biologici. Rigorose anche sul controllo dell’etichettatura e sulla provenienza dei prodotti che acquistano: il 75,5% delle donne non compra se prima non ha verificato le diciture sulla confezione degli alimenti. Anche la spiccata predilezione per i prodotti di stagione (57,3%) segna la consapevolezza delle italiane che sanno come, ai fornelli come a tavola, genuinità e freschezza fanno rima con stagionalità degli ingredienti.
In effetti, sughi, risotti e zuppe già pronti, così come i surgelati da far sciogliere nel microonde, restano più appannaggio maschile che femminile: solo il 28,5% dichiara di farne ricorso a fronte del 34,3% degli uomini. Per quanto impegnate professionalmente e sempre di corsa, le italiane preferiscono dedicarsi personalmente alla preparazione del cibo, magari sbrigando contemporaneamente anche altre faccende domestiche.

Gruppo San Donato

Cambiare Paese

cambiare paeseQuasi la metà delle donne andrebbe a vivere in un altro Paese.Sono soprattutto le giovanissime diciotto-ventiquattrenni a dire sì senza riserve (71,7%). Le spinte più forti sono quelle dettate della ricerca di una maggiore libertà d’espressione (97%), la garanzia di una maggiore sicurezza (96%), un migliore clima politico (97,2%) e un clima culturale più vivace di quello italiano (94,5%). Per l’86,7% un valido motivo per cambiare Paese sarebbe il minor costo della vita all’estero, per il 75,5% le maggiori opportunità di lavoro.
Se l’86,4% delle donne è attratto da maggiori garanzie sul futuro e l’87,8% da maggiori opportunità di studio e di lavoro per i figli, un’altissima percentuale di intervistate dichiara che la ragione è anche un’altra: il 97% sceglierebbe di cambiare patria per curiosità nei confronti di culture differenti.
La mèta più ambita tra le italiane è l’Australia, con il 17,7% delle preferenze, seguita da Regno Unito e Spagna (rispettivamente scelte dal 17,3% e dal 12% delle intervistate). Differenti i gusti degli uomini che invece prediligono come potenziali patrie d’elezione la Germania (17,2% ) poi l’Australia (16,5%) e quindi, quasi ex equo, Regno Unito (12,9%) e Stati Uniti (12,5%).
Eppure, solo una minoranza delle donne considera l’idea di trasferirsi in tarda età, una volta raggiunta la pensione, all’estero: appena il 37,8% contro il 45,2% degli uomini.

Progressiste senza esagerare

progressiste senza esagerare

Sulle unioni gay la stragrande maggioranza delle donne – il 71% – non ha dubbi a dichiararsi assolutamente favorevole, staccando gli uomini di ben 7 punti percentuali. Sul matrimonio gay sono invece divise a metà: il 50,8% si dichiara favorevole (a fronte del 44,9% degli uomini), il 49,2% contraria. Più aperte degli uomini, ma ancora in misura marginale (il 31,2% delle donne favorevoli contro il 26,9% degli uomini), le donne sulla possibilità di adozioni per le coppie gay sono ancora reticenti. Solo il 36,3% delle donne si dichiara favorevole all’utero in affitto, rispetto al 40,6% degli uomini favorevoli. Il 58,7% delle donne è favorevole alla legalizzazione dell’eutanasia nel nostro Paese (e lo è anche il 61% degli uomini). E, a larga maggioranza, le donne si dichiarano favorevoli al testamento biologico (71,5%). Il sì all’utilizzo delle staminali per la ricerca e le cure all’avanguardia è quasi plebiscitario: si dichiarano favorevoli l’82% delle intervistate a fronte del 75,9% degli uomini. Sulla legalizzazione delle droghe leggere le donne non raggiungono la maggioranza (al contrario dei maschi).

Pillola del giorno dopo

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Le donne sono stranamente meno disponibili al ricorso alla pillola abortiva RU-486 rispettoa gli uomini: le favorevoli raggiungono il 59,7%, ma oltre il 40% delle italiane non è d’accordo sul suo utilizzo. Tra gli uomini il consenso è più ampio (62,7%).

Stalking

stalker

Il 13,8% delle donne ammette di essere stata vittima di stalking, rispetto al 6,4% degli uomini. La percentuale di chi ha il coraggio di dichiarare una violenza psicologica subita è solitamente più bassa dell’ampiezza del fenomeno reale. Basti pensare che alla domanda indiretta, e quindi meno sensibile, se sia mai capitato di conoscere qualcuno che è stato vittima di stalking in tre casi su dieci la risposta è affermativa. Tuttavia, il dato femminile relativo alla domanda diretta è in aumento rispetto al 7,7% rilevato del 2015, segno forse che qualcosa sta cambiando nella consapevolezza delle donne.
La maggior parte delle italiane afferma che lo stalker era un ex fidanzato, un ex marito o un ex convivente, nel 22,7% dei casi. Tra la schiera dei potenziali “persecutori” seguono i colleghi di lavoro (il 17,3%), i conoscenti a vario titolo (14,7%), gli amici (10,7%), i parenti (6,7%) e il partner (6,7%).

High Tech

High tech

Per quanto riguarda la dotazione tecnologica, le italiane usano abbastanza il computer fisso (50,6%) e quello portatile (62,2%), anche se il dato è decisamente più basso rispetto a quello maschile (nel primo caso di 9 punti, nel secondo 5). La consolle per i videogiochi è preferita dagli uomini (33,8%) ma una percentuale di italiane (28,5%) non disdegna di avere a casa una Playstation o la X-box, magari per giocare con i figli o in compagnia degli amici. Ancora una minoranza delle donne ascolta musica con lettore Mp3 o I-pod: il 37,6% rispetto al 42,3% degli uomini. Oltre il 43% delle italiane (così come degli italiani) possiede un tablet o un I-pad e una su cinque si fa conquistare dall’e-book. Alla tentazione di possedere una smart Tv cede solo il 22,7% delle italiane (a fronte del 32% degli uomini) e all’abbonamento a una Tv a pagamento solo il 36%, contro il 47,8% degli uomini.

Smartphone

Smartphone

Mette tutti d’accordo lo smartphone: lo possiede il 75% delle donne a fronte del 76,4% degli uomini. Se si guarda però al dato complessivo del telefonino l’8,7% delle italiane dichiara di non utilizzarlo affatto (a fronte del 5,2% degli uomini), mentre il 91,3% lo usa.
Le donne più degli uomini usano il cellulare per comunicare tramite Whatsapp (77%), fare foto e video (70,6%) e inviarli/riceverli (70,2%), ma anche per essere sui Social (53,6%) e fare selfie (31%). Insomma il telefonino è dedicato soprattutto alla vita privata e allo svago. Solo una parte (39,5%) ne fa invece uno strumento di lavoro, al contrario degli uomini che lo usano nel 48% dei casi in ambito lavorativo. E solo il 23,2% utilizza il cellulare per gli acquisti on line.

Prestito

prestitoIl 25,4% delle italiane dichiara di avere fatto richiesta di un prestito e anche di averlo ottenuto, mentre un 6,6% ne avrebbe avuto bisogno ma non se l’è visto concedere dalla banca. Le ragioni della richiesta per le donne sono riconducibili soprattutto alla necessità di coprire la rata del mutuo per la casa (44,3%). Il 21,8% ha usato il prestito per coprire le spese per le cure mediche, ben 4 punti in più rispetto agli uomini (17,9%). Il 20,7% delle donne ricorre al prestito per affrontare la spesa di una ricorrenza speciale: dal battesimo al matrimonio la tradizione della festa va rispettata e le italiane, seppur più oculate che in passato, non rinunciano a spendere per abiti da cerimonia, rinfreschi, addobbi floreali e bomboniere. Quello che colpisce è che quasi il 26% delle italiane si trovano costrette a chiedere un prestito per andare a coprire il saldo di debiti contratti in precedenza con altre banche e finanziarie, anche se in questo trend sono surclassate dagli uomini che ricorrono a questa circostanza nel 33,2% dei casi.

Risparmio

risparmio

Più della meta delle donne nel 2015 ha avuto a disposizione meno soldi, in miglioramento però rispetto all’anno scorso quando erano i due terzi. Nonostante questo segnale di ripresa economica, le donne continuano a essere le regine del risparmio e lo fanno in maniera più decisa rispetto agli uomini. L’82,7% delle italiane ha scelto di acquistare prodotti scontati durante il periodo dei saldi, contro l’80% degli uomini. Il 71,1% delle donne sono pronte ad abbandonare le abitudini e a cambiare marca di un prodotto alimentare se, così facendo, può riempire il carrello del supermercato di prodotti più convenienti; gli uomini invece decidono di cambiare marca di un alimento nel 65% dei casi. In larga maggioranza le italiane hanno ridotto le spese per il loro tempo libero; il 69,8%, ben 7 punti percentuali in più rispetto agli uomini, ha ridotto le spese per ristoranti e pizzerie: la pizza si fa in casa per amici e familiari e al ristorante si va solo in occasioni speciali. Rispetto agli uomini, le donne risentono di più della contrazione su spese per parrucchiere, estetista e articoli di profumeria: il 68% delle signore, a fronte del 64% degli uomini.

 

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