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Boom di dissenteria e vomito tra i più piccoli

Entro marzo un milione di bimbi saranno colpiti da mal di pancia, vomito, febbre e diarrea. I consigli degli esperti

Un aumento significativo negli ospedali italiani di casi di enteriti, l’infiammazione del primo tratto dell’intestino, che generalmente ha origini infettive. I sintomi classici sono mal di pancia, diarrea, crampi addominali, vomito e febbre.

A Milano gli esperti parlano di una crescita del 25% rispetto all’anno scorso, tanto che nelle ultime due settimane quasi il 40% degli accessi in Pronto Soccorso era legato a questo tipo di problema. A essere colpiti soprattutto i bambini, in particolare in età da scuola materna ed elementare. Anche a Roma segnalano un aumento significativo di enteriti da virus tra i bambini e gli adolescenti.

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Questa volta non si tratterebbe del rotavirus, il principale responsabile della patologia in età pediatrica, ma i medici sostengono che si tratti di un’epidemia causata da virus non identificati che provocano vomito e diarrea.

Fortunatamente nella stragrande maggioranza dei casi i fastidi durano meno di cinque giorni. Nel 7% però possano superare le due settimane con scariche ripetute, nausea e inappetenza. Qui la vera insidia è la disidratazione: questo è un rischio reale, insieme ai danni legati a una dieta troppo restrittiva, adottata dai genitori, e che può privare il bambino di importanti nutrienti.

Oltre alla vaccinazione antinfluenzale i pediatri consigliano il riposo a letto e la terapia con antipiretici, una dieta leggera e soprattutto molti liquidi. Se però il bimbo presenta labbra secche, pianto senza lacrime, occhi cerchiati o non fa pipì, è bene preoccuparsi e contattare immediatamente il medico. Quando le scariche diventano molto frequenti è utile ricorrere a soluzioni reidratanti, che vanno bevute al posto dell’acqua. No, invece a succhi, bibite diluite o integratori salini per sportivi. Altro suggerimento, far bere il bimbo poco e spesso. E dopo attacchi violenti, aspettare quattro ore prima di dargli da mangiare.

In generale l’importante è che il bambino beva, mentre non va forzato a mangiare. Non è obbligatorio cucinare solo il classico riso in bianco, ma possono andare bene anche pasta al sugo di pomodoro fresco, pizza pianca oppure marmellata, miele e perfino le patatine fritte in olio d’oliva.

Inoltre non bisogna dimenticarsi di curare l’igiene, soprattutto delle mani: si tratta, infatti, di forme contagiose.

Francesco Bianco

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