Per orientarsi nella cura, è bene distinguere due tipi di forfora: la pitiriasi secca, detta anche forfora secca, e la pitiriasi steatoide, chiamata forfora grassa.
• Forfora secca. Si caratterizza per un prurito molto forte o medio, si forma soprattutto vicino a tempie, orecchie e fronte, dove può debordare formando una coroncina, definita corona seborroica, ed è spesso visibile sugli indumenti.
«È consigliabile usare per un breve periodo degli unguenti che si applicano per pochi minuti sul cuoio capelluto e poi vanno sciacquati», spiega Francesco Bruno (puoi chiedergli un consulto), docente di dermatologia plastica all’università Tor Vergata di Roma. «Inoltre, tutti i giorni, è consigliato uno shampoo poco schiumogeno».
In questo caso si utilizzano anche lozioni al cortisone, ma solo per pochi giorni, sotto controllo del dermatologo.
• Forfora grassa. Non è sempre molto pruriginosa, ha chiazze di aspetto untuoso, non molto visibili: solitamente non lascia traccia sugli abiti.
Per combatterla si utilizzano shampoo antiforfora al catrame vegetale o minerale con attività antiseborroica, antibatterica e antinfiammatoria.
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Ultimo aggiornamento: 10 febbraio 2010