Focus a cura di Antonio Tiri, specialista in allergologia e immunologia clinica del Centro diagnostico italiano (CDI) di Milano (puoi chiedergli un consulto qui).
La patologia che ha colpito Paola Minaccioni ( leggi qui la sua testimonianza) si chiama eczema da contatto, un disturbo in aumento nei Paesi industrializzati, dove il nichel solfato, metallo bianco argenteo, è presente in numerosi oggetti di uso quotidiano, dalla bigiotteria ai cosmetici agli indumenti.
CAUSE
A scatenare la reazione immunologica, nelle persone sensibili è il contatto tra l’allergene, il nichel appunto, e la cute. In pratica il sistema immunitario identifica il metallo come una sostanza dannosa per l’organismo e la attacca sviluppando una reazione cutanea, definita eczema o infiltrato di linfociti, talvolta violenta e improvvisa.
Fattori come lo stress e i cambi di stagione (in particolare il caldo e l’eccessiva sudorazione), come racconta l’attrice, possono accelerare le reazioni immunologiche. L’alimentazione c’entra poco. Le diete di eliminazione in caso di reazione allergica al nichel sono spesso abusate. In realtà è difficile stabilire una correlazione tra cibo e sintomi.
Le vie di ingresso scatenanti possono essere tante e il peso dell’alimentazione difficile da calcolare. Ecco perché, in presenza della patologia, il medico deve essere sempre un immunologo-allergologo, in grado di valutare una molteplicità di fattori: la storia clinica del paziente, il grado di sensibilizzazione (quanto si è allergici?), il grado di esposizione (quale mestiere si svolge?), il grado di tolleranza (come reagisce l’organismo?).
SINTOMI
La pelle, nel punto di contatto con il nichel, è gonfia, irritata, cosparsa di vescicole pruriginose e piene di liquido, che formano presto delle crosticine. Contatti ripetuti con il nichel possono favorire la desquamazione della pelle e l’ispessimento accompagnato talvolta da un’iperpigmentazione della cute (colorito più intenso). Trattandosi di una reazione immunologica e non di allergia, come spesso viene erroneamente definita, i sintomi compaiono tra le 48 e le 72 ore, non prima.
DIAGNOSI
Si basa su due elementi: l’indagine sulla storia clinica del paziente e il patch test positivo per il nichel. Il patch test viene eseguito in ambulatorio, applicando sulla cute del dorso del paziente 40 cerottini, composti da diverse sostanze (apteni) tra cui il nichel, che vengono letti dopo 48 e 72 ore dall’applicazione. Il test consente di documentare l’eventuale e diversa presenza di reazioni in corrispondenza di uno o più apteni.
TERAPIE
Una volta sviluppata la sensibilità non è possibile guarire. Si possono però alleviare i sintomi evitando l’esposizione al nichel (per esempio con prodotti nichel free e sempre di certificata qualità) e associando una terapia topica con creme a base di corticosteroidi dall’azione antinfiammatoria. Solo in alcuni casi si somministrano corticosteroidi e antistaminici a livello orale per alleviare il prurito. Fondamentale è l’anamnesi sulla base della quale lo specialista con competenze immuno-allergologiche stila un piano terapeutico.
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