Sessualità

Il senso del limite nel sesso estremo

Bondage, Shibari, Breath Play sono termini che negli ultimi giorni hanno riecheggiato tra le pagine di cronaca nazionali, per spiegare ai molti la tragica morte di una ragazza durante una pratica sessuale alternativa. Quindi si scopre, come un vaso di Pandora, che le tecniche di immobilizzazione con corde ai fini sessuali, sono assai diffuse e vengono tramandate in modo ortodosso da un maestro a un allievo. Ogni insegnamento come è noto richiede una rigida applicazione che non può prescindere dall’intelletto e, a quanto pare la ragione, nella specifica  situazione romana era obnubilata dall’uso di sostanze. Già il mito greco ci ha edotto che sesso e droghe nei rituali dionisiaci si avvicendavano, e anche in quei casi non erano peregrini episodi di morte.

Bondage, Shibari, Breath Play sono termini che negli ultimi giorni hanno riecheggiato tra le pagine di cronaca nazionali, per spiegare ai molti la tragica morte di una ragazza durante una pratica sessuale alternativa. Quindi si scopre, come un vaso di Pandora, che le tecniche di immobilizzazione con corde ai fini sessuali, sono assai diffuse e vengono tramandate in modo ortodosso da un maestro a un allievo. Ogni insegnamento come è noto richiede una rigida applicazione che non può prescindere dall’intelletto e, a quanto pare la ragione, nella specifica  situazione romana era obnubilata dall’uso di sostanze. Già il mito greco ci ha edotto che sesso e droghe nei rituali dionisiaci si avvicendavano, e anche in quei casi non erano peregrini episodi di morte.
Nel sado-masochismo invece il senso del limite e il rispetto della salute del partner sono  regole imprescindibili, senza le quali nessuna pratica di bondage è permessa. Nell’atto del  legare, il sadico si impossessa del corpo dell’altro trasformandolo in oggetto di un piacere reciproco. Infatti quando il sottomesso avverte un pericolo lo segnala con parole o gesti detti safeword. Sebbene la complicità sia l’elemento fondante della sessualità perversa, è utile ricordare che i soggetti parafilici,  stando alle teorie dello psicoanalista Masud Khan, hanno prima di tutto un disturbo nella relazione.
Di contro invece, l’idea dominante sulle perversioni sessuali, asserisce che un comportamento parafilico diviene patologico quando si entra nel dominio di un’obbligatorietà esclusiva. Ovvero quando il sesso è tale solo in presenza di un feticcio, un sostituto: corde, bende, tacchi a spillo e frustino. In tutti questi casi l’accoppiamento genitale non è importante. In un certo senso nelle condotte unicamente perverse il sesso comunemente inteso si converte in altro, magari in qualcosa tipo lo Shibari mutuato dalla cultura giapponese e che consiste nel legare un corpo come fosse un’opera d’arte.
Può dunque avere un limite un accoppiamento sessuale che si definisce estremo? Chi ricerca per devianza personale o più semplicemente come diversivo una seduta di sesso estremo vuole oltrepassare i limiti della quotidianità, ma la natura umana per definizione ha sempre un limite, il calcolo dell’errore e del caso rimane approssimativo.

Post di Giacomo Ciocca, dottorando di ricerca al Dipartimento di Medicina Sperimentale, Università dell’Aquila – corso di laurea in Sessuologia (coordinatore: prof. Emmanuele A. Jannini).

Gruppo San Donato


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