Secondo una proposta del ministro alla Salute al compimento del settimo anno di età del figlio, i genitori possono scegliere di trasferire il figlio dal medico di famiglia. Se la proposta del Ministro diventasse legge, al settimo anno l’addio al pediatra sarebbe obbligatorio.
«L’80% dei pazienti tra 7 e 14 anni sono in carico ai pediatri, apprezzati per i loro lavoro non significa solo prescrivere medicine ma impostare il bambino dal punto di vista nutrizionale, seguirlo nella crescita fino ai problemi dell’adolescenti toccando tutti gli aspetti sociali e non solo della salute – commenta Claudio Colistra, uno dei segretario nazionali e segretario romano della Fimp (Federazione italiana medici pediatri) e segretario dell’Ordine dei medici di Roma -. L’assistenza del pediatra è ben altra cosa e basterebbe pensare che la nostra figura è una sorta di tutore del bambino. Obbligare i genitori a portare i figli più piccoli dal medico per gli adulti potrebbe essere una scelta sbagliata».
«I medici di medicina generale, che garantiscono all’adulto un livello molto elevato di assistenza, sono meno esperti dei pediatri in materia di bambini per il semplice motivo che ormai da 50 anni non se ne occupano più», sottolinea Alberto Ugazio, presidente della Sip (Società italiana di pediatria), primario del Bambino Gesù. «Pensiamo, ad esempio – spiega Ugazio – al dosaggio dei farmaci che per gli adulti è unico, mentre per i bambini è legato ai kg di peso o alla superficie corporea».
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