Disabili

Haki doku e i colori dell’Albania

Sarà il primo atleta paralimpico a vestire la maglia rossa con l’aquila bicipite della nazionale Albanese. Ma la storia di Haki Doku, classe ‘69, parla italiano. E’ qui infatti che, lavorando in nero in un cantiere nel 1996, cade da un ponteggio e si lesiona la spina dorsale. Ci vogliono quasi due anni di riabilitazione per farlo tornare alla vita quotidiana. Ci torna sulle quattro ruote della carrozzina. «Una lunga corsa, la fatica di imparare un nuovo lavoro» racconta con emozione Haki «e quella mai sopita passione per lo sport, prima facendo sci di fondo su apposite slitte e poi con l’handbike (biciclette a tre ruote a spinta manuale, i pedali sono sostituiti da ingranaggi mossi dalle braccia)».

Sarà il primo atleta paralimpico a vestire la maglia rossa con l’aquila bicipite della nazionale Albanese. Ma la storia di Haki Doku, classe ‘69, parla italiano. E’ qui infatti che, lavorando in nero in un cantiere nel 1996, cade da un ponteggio e si lesiona la spina dorsale. Ci vogliono quasi due anni di riabilitazione per farlo tornare alla vita quotidiana. Ci torna sulle quattro ruote della carrozzina. «Una lunga corsa, la fatica di imparare un nuovo lavoro» racconta con emozione Haki «e quella mai sopita passione per lo sport, prima facendo sci di fondo su apposite slitte e poi con l’handbike (biciclette a tre ruote a spinta manuale, i pedali sono sostituiti da ingranaggi mossi dalle braccia)».

Ma per correre a livello professionistico, accanto alla grande passione, al sacrificio e alle ore di allenamento occorrono i soldi. «Facevo le corse italiane e ottenevo buoni risultati, ma non potevo permettermi i grandi eventi internazionali che mi avrebbero dato i punti necessari per consolidare il mio sogno, le Paralimpiadi», prosegue Haki. Realismo contro passione, ragione contro il cuore… una lotta che tormenta il corridore fino a quando Haki non cade in depressione. Sa di potercela fare, i suoi tempi in gara confermano il buon livello, ma non ha la possibilità di dimostrarlo: «Una bici professionale costa 8000 mila euro (pesa meno di 8 chili), e poi ci sono i costi delle trasferte, i soggiorni, occorre il tempo per prepararsi fisicamente… chi può permetterselo?».

Gruppo San Donato

Pensa di smettere, ma il destino decide diversamente e lo fa incontrare con Umberto De Matteis, imprenditore pugliese e coordinatore per la Lombardia del Parlamento della legalità che si offre di sostenerlo. «Mi ha detto solo corri e impegnati al massimo», conclude Haki con gli occhi che si annacquano di commozione, «al resto ci penso io». Haki ha in tasca il biglietto per Londra. C’è da scommettere che in pista accanto all’orgoglio di essere l’unico atleta albanese alle paralimpiadi di Londra 2012, ci sarà anche un pizzico di spazio per l’Italia e gli italiani che lo hanno sostenuto.

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