“Penny Lawrence, ha 28 anni ed è stata abbandonata dal padre prima della nascita, quando sua madre era ancora incinta. È cresciuta con i nonni, ma a un certo punto è rimasta sola perché loro e la madre sono morti. A questo punto la giovane donna, per ritrovare un po’ di amore, si è messa alla ricerca del padre biologico Gerry Ryan, 46 anni, di origine irlandese. Ma quando lo ha incontrato, a Houston in Texas, tra i due oltre all’affetto reciproco è scoppiata un’intensa attrazione sessuale, alla quale non hanno resistito, iniziando una vera e propria relazione amorosa. E ora Penny è incinta”.
Nel marzo scorso Penny e Gerry hanno giustificato la loro storia, sul giornale irlandese Irish Sun, dichiarando di non essere colpevoli di incesto, ma di essere vittime della GSA, Genetic Sexual Attraction.
Quest’ultima sembrerebbe essere una sindrome che colpisce consanguinei che non sono cresciuti insieme, originando un sentimento estremamente forte che trasforma il normale affetto familiare in un’emozione amorosa comune a persone estranee tra loro. A sostegno di questa tesi troviamo diversi studi che provano l’attrazione degli esseri umani per volti simili al proprio. Inoltre è stato rilevato che se due membri della stessa famiglia non si incontrano fino all’età adulta, non sviluppano quella naturale avversione sessuale che c’è tra parenti con lo stesso sangue. Le emozioni che si originano in uomini e donne colpiti da GSA sono molto intense e sconvolgenti al punto da portare le persone coinvolte ad agire contro il proprio interesse genetico e a mettere in pratica il proprio desiderio sessuale.
Post di Arianna Aschelter, studentessa del corso di laurea in psicologia clinica – indirizzo Sessuologia dell’Università degli Studi dell’Aquila (coordinatore: prof. Emmanuele A. Jannini).