Dai livelli di alcune proteine del sangue è possibile scoprire se i pazienti diabetici potranno in futuro sviluppare problemi renali. Questo è quanto emerso da due studi della Harvard Medical School pubblicati sul Journal of American Society Nephrology (JASN). I risultati potrebbero aiutare i medici a tutelare la salute dei reni dei pazienti con diabete anni prima che sorgano segni visibili del problema.
L’insufficienza renale è una delle complicanze più pericolose per la vita dei diabetici. Purtroppo, i medici non hanno un metodo accurato e non invasivo per determinare quali pazienti diabetici hanno più probabilità di sviluppare problemi ai reni. Andrzej Krolewski e Monika Niewczas, entrambi studiosi del Joslin Diabetes Center e della Harvard Medical School si sono chiesti se alcuni marcatori di infiammazione possano segnalare quando i reni di un paziente sono in pericolo.
I ricercatori hanno misurato diverse decine di marcatori nel sangue e nelle urine di più di mille pazienti con diabete di tipo 1 e diabete di tipo 2 e poi hanno monitorato la salute dei reni dei pazienti per oltre un decennio. Hanno identificato marcatori tumorali estremamente potenti come fattori di necrosi tumorale (TNF) correlati. Un test diagnostico per misurare i livelli ematici di recettori TNF è attualmente in sviluppo e dovrebbe essere disponibile in clinica è resto.
I risultati suggeriscono che rilevare i recettori TNF sarà un modo efficace per prevenire o rallentare il declino della funzione renale. «Imparare a conoscere i meccanismi che regolano i livelli ematici dei recettori TNF e il modo in cui alti livelli di questi recettori causano il danno renale – ha spiegato Krolewski – accelererà la ricerca verso l’individuazione di nuovi bersagli terapeutici contro le malattie renali nei soggetti con diabete e, eventualmente, anche in quelli senza diabete».
Fonte Agi
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