E’ uno dei luoghi comuni più diffusi: non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace. Questo implica che persone diverse nello scegliere il volto più attraente tra un insieme di visi, dovrebbero scegliere volti diversi. Sempre che si dia credito all’assunto che la bellezza è soggettiva. Invece ci sono vari studi che dimostrano il contrario.
Langlois et al (2000), per esempio, hanno mostrato una concordanza molto alta nei giudizi nel valutare la bellezza dei volti, in gruppi di soggetti di età e provenienza geografica diversa. Inoltre nella ricerca sono stati inclusi anche studi in cui i valutatori della bellezza appartenevano a culture o etnie diverse. È stato quindi dimostrato che i giudizi di bellezza, non solo, concordano tra gli adolescenti e gli adulti, ma alcune ricerche evidenziano che anche i bambini di pochi anni d’età giudicano la bellezza dei volti esibendo un metro di giudizio molto simile a quello degli adulti.
Tutto ciò fa presupporre l’esistenza di standard di bellezza non appresi: i giudizi sulla bellezza delle persone non vengono influenzati dal contesto. Si è cercato di individuare quali potrebbero essere i tratti fisici ritenuti attraenti dato che la bellezza ha un forte impatto nella vita quotidiana. Per esempio, fin dai Greci si è cercato di individuare i criteri della bellezza. E furono proprio loro a dare importanza ai rapporti geometrici tra le diverse parti del corpo, ed è stato definito rapporto aureo, stimato intorno allo 1.6 tra le differenti parti del corpo, il rapporto che viene considerato più gradevole e percepito come più attraente.
Inoltre si è riscontrata una differenza tra la percezione del volto bello per le donne e per gli uomini. Mentre per le donne un’esagerazione dei tratti femminili si traduce in maggiore bellezza, per i maschi non è cosi. Le donne infatti tendono a preferire i volti maschili che presentano tratti adolescenziali, come per esempio, Leonardo Di Caprio o Brad Pitt; questo anche perché un viso ipermascolino viene considerato dominante e aggressivo al contrario per un viso meno mascolinizzato. Inoltre le donne apprezzano maggiormente i corpi maschili caratterizzati da vita stretta e spalle larghe, mentre nel corpo femminile una vita stretta con fianchi più pronunciati è ritenuta maggiormente attraente.
Molto spesso bello viene considerato sinonimo di sano e buono, e abbiamo il così detto “effetto alone della bellezza”, dove una singola caratteristica va ad influenzare le altre. Gli autori Marco Costa e Leonardo Corazza nel loro libro Psicologia della bellezza sostengono che «la bellezza influenza le nostre decisioni e il nostro comportamento soprattutto quando non si hanno informazioni supplementari, ed il problema è proprio questo, perché nella maggior parte dei nostri rapporti quotidiani dobbiamo prendere delle decisioni di fiducia o di sfiducia senza considerare la storia che sta dietro all’apparenza delle persone».
Claudia Corallino, specializzanda in sessuologia Università dell’Aquila, Corso di Sessuologia, coordinatore: prof. Emmanuele A. Jannini
GUARDA ANCHE
La bellezza vien mangiando
Il volto nella top 10 degli interventi plastici