Testo di Andrea Serra,
biologo nutrizionista,
blogger di ALIMENTAZIONE-SALUTE
In passato una studiosa (M. E. Lowenberg) si è adoperata molto per fornire una spiegazione psicologica riguardo le personali scelte del cibo e il perché delle abitudini alimentari di ogni individuo. Alla fine dei suoi studi la Lowemberg ha spiegato che l’alimentazione ha subito un’evoluzione nel corso degli anni, e nello specifico si è passsati da una alimentazione necessaria per la sopravvivenza ad un’alimentazione per l’autorealizzazione.
La studiosa, inoltre, giunse alla conclusione che la scelta delle abitudini alimentari prevede cinque diversi fattori:
1) Copertura del fabbisogno energetico. Questo, se vogliamo, è l’aspetto più associabile agli animali, nel quale il ruolo esclusivo dell’alimentazione è quello di garantire le riserve energetiche per vivere.
2) Necessità sociali per la sicurezza. Una volta che si è garantito il fabbisogno giornaliero, bisogna adoperarsi per garantirsi le scorte future.
3) Appartenenza. Ognuno tende a uniformare le proprie abitudini alimentari con quelle del proprio gruppo di appartenenza, per sentirsene, in questo modo, parte integrante.
4) Stato sociale. In base alla descrizione degli alimenti consumati, può essere possibile definire la suddivisione per classi.
5) Autorealizzazione. Soltanto a seguito del soddisfacimento dei quattro aspetti sopraelencati, l’individuo può adoperarsi per conoscere nuovi sapori, indipendentemente dalla provenienza, soltanto o prevalentemente per soddisfazione personale.
Questa descrizione prende in considerazione tutti gli aspetti legati alla nutrizione, la quale non può essere di certo vista esclusivamente dal punto di vista biologico ma che comprende diversi aspetti della natura umana, da quello sociale a quello culturale, da quello comunicativo a quello psicologico.
Andrea Serra
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