È No smoking be hAPPy, una app per iPhone, iPad e iPod Touch promossa da Fondazione Veronesi e Fondazione Pfizer. Si può scaricare gratuitamente (clicca qui) ed è pensata per supportare chi sta cercando di dire addio al tabacco.
Secondo un recente studio, svolto nell’ambito della campagna No smoking be happy che la Fuv porta avanti da tre anni, la sola forza di volontà spesso non è sufficiente per uscire dal tunnel delle bionde. Oltre alla convinzione individuale serve infatti un appoggio esterno, come l’aiuto professionale di medici e farmacisti o la partecipazione a gruppi d’ascolto.
Anche internet gioca un ruolo importante: secondo lo studio, il web è il secondo posto (al primo ci sono i Centri antifumo) dove chi vuole smettere cerca consigli e suggerimenti. Dai siti alla app il passo è breve.
L’applicazione No smoking be hAPPy è divisa in due sezioni, No Smoking e Be Happy. La prima contiene consigli su come e perché smettere di fumare, aggiornamenti sulla campagna anti-fumo della Fondazione Veronesi e informazioni sui Centri per smettere di fumare.
La seconda sezione, Be Happy, è una sorta di diario di bordo che accompagna il fumatore nel suo percorso di disassuefazione. Attraverso simulazione grafiche, la app lo aggiorna sui progressi giorno dopo giorno: l’eliminazione delle sostanze tossiche assimilate attraverso il fumo, i soldi risparmiati, i miglioramenti nell’organismo, i benefici per chi doveva sopportare il fumo passivo.
«La recente ricerca sul fumo che abbiamo deciso di commissionare ha dimostrato che, per smettere di fumare in modo definitivo, la sola forza di volontà spesso non è sufficiente, ma risulta fondamentale un appoggio morale e pratico proveniente dall’esterno», dichiara Paolo Veronesi, presidente della Fondazione Umberto Veronesi.
«L’applicazione è stata realizzata ad hoc per rispondere a queste necessità, fornendo uno strumento completo ed efficace, realizzato attraverso uno dei canali preferiti dalla fetta di popolazione dove si sono registrati il maggior numero di fumatori. Questo ci ha permesso di ottenere un doppio risultato: sia di raggiungere attivamente questo target, sia di poterlo sostenere nel tempo, fattore fondamentale per la buona riuscita del percorso di disassuefazione».
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