Una recente indagine della SIGO, la Societá Italiana di Ostetricia e Ginecologia ha rivelato che la maggior parte degli adoloscenti, durante i rapporti sessuali, non adotta precauzioni contro le malattie sessualmente trasmesse e le gravidanze indesiderate.
Da questa ricerca emerge un dato sconvolgente: il 71% degli adolescenti non usa alcun tipo di protezione, correndo un rischio elevatissimo rispetto alle cosiddette MST. Questa evidenza sociale, per quanto eclatante, stupisce solo in parte ed é il risultato di una fallimentare cultura dell’educazione sessuale di cui spesso si parla, ma che mai prende forma. Occorrerebbe un ripensamento radicale dell’educazione sessuale, soprattutto di quella che si fa nelle scuole con corsi marginali alla didattica e che di sovente si limita a illustrare solo quale è la sessualità giusta.
Lo psicoanalista Massimo Recalcati afferma che la problematica principale che espone i giovani ai comportamenti a rischio o devianti, non è la disinformazione su un tema, o la sua totale ignoranza, ma la mancanza di desideri e passioni. Una riflessione così orientata dovrebbe far pensare ad altro. In realtá è molto verosimile che i giovani sappiano bene a cosa serve il profilattico. Il problema vero è perchè nonostante lo sappiano, i comportamenti a rischio sono in aumento.
I corsi di educazione sessuale hanno uno scopo informativo, ma non è chiaro se mettano al riparo da epatiti, aids, clamidia o gonorrea. Di fatto l’educazione sessuale concepita dalle scuole come un surplus, ha già al suo interno il germe dell’inutilitá. La questione centrale, invece, è quella di una preparazione psicopedagogica e sessuologica anche degli insegnanti e la costituzione di servizi scolastici specifici ed integrati che si facciano carico di un problema o della sua prevenzione.
La parola dell’esperto che di tanto in tanto viene pronunciata nei corsi pomeridiani degli istituti italiani, non ha alcun senso se non inserita in un contesto in cui si offre ai giovani un servizio permanente dove poter esprimere un’opinione, una difficoltà, un sogno. La serietà dell’argomento dovrebbe aprire un dibattito istituzionale su come prevenire efficacemente il fenomeno dei comportamenti sessuali a rischio e sulle buone pratiche nel fare educazione sessuale.
Giacomo Ciocca, dottorando di ricerca all’Università dell’Aquila, Corso di Sessuologia, coordinatore: prof.Emmanuele A. Jannini
Tutti gli altri metodi anticoncezionali
Guarda anche
Il cerotto per non restare incinta
Nuovo contraccettivo per lui: scarica di ultrasuoni sui testicoli
Come funziona la pillola anticoncezionale
Il pillolo? Tanti annunci ma…
La spirale, da contraccettivo ad arma anti cancro