Può capitare che il pene non sia del tutto diritto. Che abbia una deviazione, non visibile a riposo, evidente in erezione, quando l’organo si riempie di sangue e, grazie all’elasticità delle sue strutture, aumenta la lunghezza e la circonferenza.
Una malformazione, questa, che prende il nome di pene curvo congenito. Presente dalla nascita, è caratterizzata da un’asimmetria nello sviluppo dei due corpi cavernosi che formano l’asta.
Il problema affligge circa il 3% dei maschi e si manifesta al termine della pubertà, causando spesso insicurezza e difficoltà nelle relazioni con la partner. Per questo, qualora sia presente la malformazione, è importante non vergognarsi, ma rivelare il disagio, chiedendo aiuto a un esperto, il medico specialista in andrologia.
Quando operare
La curvatura può presentarsi in varie direzioni e può essere di diversa entità. «Sotto i 45 gradi si tratta di una deviazione lieve, che non ha rilevanza clinica, ma che può comunque creare al paziente gravi difficoltà psicologiche», dice l’andrologo Antonio Casarico, dirigente medico all’ospedale Galliera di Genova. «Oltre, diventa non più solo un problema che può creare imbarazzo, ma anche un impedimento al rapporto sessuale. Se la curvatura rende difficoltosa o impossibile la penetrazione e se la difficoltà psicologica è rilevante e non risolvibile altrimenti, l’unica possibilità terapeutica è un intervento di chirurgia plastica andrologica, chiamato corporoplastica».
Si tratta, in genere, di un’operazione eseguita in day surgery, con dimissione il giorno successivo all’intervento.
La chirurgia è praticabile solitamente dopo i 15-16 anni d’età, ovvero dalla pubertà in poi, dato che in assenza di erezioni complete è impossibile una valutazione specifica delle condizioni del paziente.
Tre le tecniche che il chirurgo può mettere in pratica a seconda dei casi, con l’obiettivo di portare i corpi cavernosi ad avere la medesima lunghezza (LEGGI).
Controindicazioni
La principale controindicazione alla corporoplastica è l’assenza di una valida erezione: in questo caso è preferibile un altro tipo di metodica operatoria, che prevede l’impianto di una protesi nel pene.
Rischi
Oltre a quelli comuni a tutti gli interventi chirurgici, come emorragia o infezione, la corporoplastica può provocare disfunzione erettile, soprattutto con la tecnica degli innesti, mentre con quella delle plicature i rischi sono molto rari.
Degenza e risultati
Le operazioni si svolgono in anestesia generale oppure spinale (un anestetico locale è iniettato nella parte bassa della schiena, dove agisce sulle radici dei nervi spinali), a seconda delle condizioni del paziente. Vengono somministrati una monodose di antibiotico prima dell’operazione e un antinfiammatorio dopo, per alleviare il dolore.
«Per i due giorni successivi all’intervento, le erezioni saranno dolorose», avverte Casarico. «Occorre tenere un bendaggio compressivo per uno-due giorni, astenendosi dall’attività sessuale per 30-40 giorni». Le cicatrici tendono a scomparire nel giro di un paio di mesi.
Costi
L’intervento è totalmente a carico del Servizio sanitario nazionale, praticabile dunque in strutture pubbliche senza alcun esborso per il paziente.
Paola Arosio – OK La salute prima di tutto
Ultimo aggiornamento: 2 luglio 2010