Alle liquirizie non riusciva a resistere e, una dopo l’altra, arrivava a mangiarne almeno 20 in un solo giorno. Così dopo quattro mesi di scorpacciate, un bambino di 10 anni ha pagato caro il prezzo della golosità finendo all’Ospedale Sant’Orsola-Malpighi di Bologna: non per una banale indigestione, bensì per una serie di sintomi, tra cui crisi epilettiche temporanee (tonico-cloniche) e ipertensione, all’apparenza inspiegabili. O almeno fino a quando i pediatri, durante nuovi accertamenti a una settimana dall’emergenza, hanno notato che il bambino aveva i denti neri. Nero liquirizia.
Il caso è riportato sulle pagine della rivista scientifica Pediatric Neurology e dimostra in modo chiaro gli effetti collaterali di un consumo di liquirizia oltre i limiti raccomandati a livello internazionale. Le virtù della liquirizia sono decantate sin dall’antico Egitto e la sua radice ha una lunga storia come rimedio naturale, adatto per bruciori di stomaco, ulcere, mal di gola, tosse, bronchiti e alcune infezioni virali. Se da un lato le sue proprietà benefiche non hanno convinto del tutto la scienza – insufficienti i dati raccolti sul suo ruolo medicale- , dall’altro sono poco chiari anche gli effetti dannosi correlati a un abuso.
Da anni gli esperti raccomandano di non abusarne: l’Organizzazione Mondiale della Sanità stabilisce come soglia di sicurezza una quantità inferiore ai 2 milligrammi per chilogrammo di peso al giorno. Concorda anche la FDA, ente regolatorio statunitense per farmaci e alimenti. A sollevare sospetti e preoccupazioni è la glicirrizina, una sorta di ‘principio attivo’ dell’estratto di liquirizia: è stato dimostrato che il composto fa crollare i livelli di potassio nel sangue, causando pressione alta, irregolarità del battito o aritmie, gonfiore, sonnolenza. L’impatto sui bambini è ancor meno conosciuto. Nel caso italiano, in cui il bambino arrivava a consumarne una dose di 2,88 milligrammi per chilogrammo di peso al giorno, è stata osservata ipertensione e sindrome da encefalopatia posteriore reversibile, una condizione clinica caratterizzata da mal di testa, nausea, disturbi della vista e motori. Tutti sintomi che sono scomparsi quando il bambino ingordo di caramelle alla liquirizia ha smesso di mangiarle. Secondo i pediatri, queste evidenze scientifiche dovrebbero indurre i produttori a indicare sulle confezioni la quantità massima al giorno da non superare.
CP