Quando scrisse per la prima volta su una lavagna la teoria della relatività, Albert Einstein dovette stare attento a non cancellare le formule. Scrivere da sinistra a destra è un problema per i mancini.
Lo stesso grattacapo ce l’avevano Ludwig van Beethoven e Wolfgang Amadeus Mozart, Leonardo da Vinci e Charlie Chaplin, Michelangelo e Pablo Picasso, Napoleone e Carlo Magno. E oggi ce l’ha Barack Obama, presidente degli Stati Uniti e premio Nobel per la pace (scopri gli altri mancini famosi).
A scrivere e mangiare con la sinistra è il 10% della popolazione mondiale. Finalmente, dopo discriminazioni secolari, i mancini possono prendersi una rivincita: hanno più chanche dei destrimani in molti campi. A dirlo è una sequela di studi scientifici. Che ha analizzato come cambia la vita di un uomo nel mondo quando a dominare nel cervello è l’emisfero destro (che controlla il lato sinistro ed è sede delle facoltà intuitive e visuo spaziali) e non quello sinistro (che controlla il lato destro ed è sede delle facoltà logiche, linguistiche, analitiche).
Guarda nel pdf com’è il cervello di un mancino.
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ORATORI ECCEZIONALI. Nel 2008 la sfida per la Casa Bianca è stata combattuta con la mano sinistra. Da Barak Obama il democratico, ma anche da John McCain il repubblicano. E la cosa curiosa è che per ben quattro degli ultimi sei presidenti americani non era il destro il lato del corpo privilegiato: Bill Clinton, George Bush padre, Ronald Reagan e Gerald Ford. Gente che dal punto di vista politico ha poco in comune con Fidel Castro, Winston Churchill e il Mahatma Gandhi, però con due elementi ad assimilarli: tutti mancini e tutti grandi comunicatori.
Non è un caso. Una ricerca britannica (pubblicata sulla rivista Nature Neuroscience) ha dimostrato che nei mancini l’area del cervello impegnata durante un discorso è parecchio più vasta e coinvolge entrambi gli emisferi. «È ciò che si chiama linguaggio bilaterale», spiega Chris McManus, docente di psicologia allo University College di Londra. «In pratica, se i destrimani quando parlano usano soltanto l’emisfero sinistro, cioè quello naturalmente incaricato di elaborare il linguaggio, molti mancini sfruttano anche la parte destra, dominante nel loro cervello». A renderli oratori così eccezionali sarebbe proprio il fatto che i neuroni deputati alla parola sono fisicamente più vicini ad aree cerebrali come quelle che elaborano le emozioni, le immagini, i ricordi. «Questo consente alle persone mancine di avere un frasario più sofisticato, più pregnante, e un vocabolario più ampio, come evidenziato in alcune ricerche», sintetizza McManus.
QUOZIENTE INTELLETTIVO ALTISSIMO. Tra tutte le persone al mondo che hanno un quoziente intellettivo superiore a 140, cioè i super intelligenti, ci sono più mancini di quanto ci si aspetterebbe. Lo ha dimostrato una ricerca della St. Lawrence University di New York.
Il motivo? Secondo Alan Searleman, autore dell’indagine e docente di psicologia nella stessa Università, «hanno un’intelligenza più fluida e una vera e propria attitudine a risolvere i problemi». Anche se, poi, è lo stesso psicologo a confessare che «alcuni studi hanno verificato come molti mancini siano pure nelle fasce più basse del quoziente intellettivo».
PITTORI MIGLIORI. Sono davvero tantissimi i mancini tra i pittori, basti pensare a Raffaello, e tra tutti coloro che per lavoro devono ricorrere alla creatività artistica: architetti, grafici pubblicitari, designer. C’è un legame tra la mano sinistra e la matita felice? «Potrebbe dipendere dal fatto che l’emisfero destro (dominante nei mancini) è anche la sede delle facoltà visuo spaziali e quindi chi è mancino potrebbe risultare facilitato nei compiti che prevedono il disegno», commenta Pietro Pietrini, neuroscienzato in forza all’Università di Pisa (puoi chiedergli un consulto).
AVVANTAGGIATI NEGLI SPORT. Eccellenze anche tra gli sportivi. Da Rafael Nadal a Diego Armando Maradona, da Pelé e Platini a Valentino Rossi. E questo dato, da solo, dice in modo non equivocabile che qualche vantaggio, nell’usare la mano “sbagliata”, c’è di sicuro. «Sono facilitati in molte attività fisiche per la stessa ragione per cui sono avvantaggiati nelle arti figurative: la mano sinistra è direttamente collegata con l’emisfero destro del cervello, quello deputato ai compiti visuo spaziali», spiega Giorgio Vallortigara, professore di neuroscienze a Trieste. È così che l’occhio, la valutazione rapida dello spazio intorno e il movimento del braccio dominante si coordinano direttamente e più velocemente. «Mentre, per i destrimani, le informazioni devono passare da un emisfero all’altro, attraverso il corpo calloso, una struttura di collegamento tra le due metà del cervello», precisa Vallortigara. Uno studio francese ha dimostrato che i mancini hanno tempi di reazione più rapidi di 30 millesimi di secondo. Chi ha provato a sfidare a tennis John McEnroe ne sa qualcosa.
GUADAGNANO DI PIÙ. Secondo un’indagine condotta dal National bureau of economic research statunitense, i maschi che privilegiano la mano sinistra hanno una busta paga più ricca dei destrimani: in media di circa il 15%. Sul perché di questa disparità di trattamento economico la nebbia regna sovrana. Possibile spiegazione degli autori dello studio: visto che i mancini sembrano essere più intelligenti e creativi della media, è più probabile che occupino posti di rilievo all’interno delle aziende. A onor del vero, ci sono personaggi del calibro di Bill Gates, Robert de Niro, John Rockefeller o Henry Ford, tutti rigorosamente mancini, che alzano di parecchio la media degli stipendi.
PROBLEMI QUOTIDIANI. Per i mancini, che vivono in un mondo di destrimani, la vita non è sempre facile. Ecco alcune delle difficoltà che incontrano.
• Scrivere da sinistra verso destra. Infatti Leonardo da Vinci scriveva al contrario.
• Mangiare con le normali posate. Esistono quelle per mancini, con i coltelli seghettati e le forchette da torta che hanno l’affilatura sul lato destro.
• Usare gli attrezzi da cucina. Un apriscatole può causare difficoltà perché obbliga un mancino a girare in senso orario con la mano destra. Idem un cavaturaccioli (ma ne esistono con l’avvitatura in senso antiorario).
• Le forbici sono rinomate per essere una frustrazione. Oggi ci sono forbici da mancini per ogni uso: ricamo, pedicure, parrucchiere.
• Suonare uno strumento musicale concepito per un destrimane. La chitarra, per esempio. Un mancino la impugna nel verso sbagliato, con il manico a sinistra. L’ex Beatle Paul McCartney ne ha adottata una nella versione mancina: non si trovano ovunque e costano un po’ di più. Per le tasche meno disponibili: si può prendere una chitarra normale e invertire le corde. Come ha fatto Jimi Hendrix, il cui virtuosismo con le sei corde è leggenda.
Massimo Barberi – OK La salute prima di tutto
Ultimo aggiornamento: 14 ottobre 2009