Salute

Calcoli alla colecisti (o biliari): cause, sintomi, diagnosi, cure

Scopri il focus di Fabrizio Magnolfi, primario dell'unità di gastroenterologia ed endoscopia digestiva dell'ospedale San Donato di Arezzo

Diffusione

I calcoli biliari o calcoli alla colecisti (che si differenziano dai calcoli ai reni) sono abbastanza comuni. I termini scientifici per definirli sono litiasi biliare e colelitiasi. Tutti definiscono la presenza di calcoli nella cistifellea (cioè quel piccolo sacco collegato al duodeno che serve come deposito per la bile), oppure la presenza di calcoli nelle vie biliari (cioè i dotti epatici). I calcoli alla colecisti colpiscono il 10-15 % della popolazione italiana.

Che cosa sono?

I calcoli biliari sono dei piccoli sassolini che si formano nella cistifellea. Per un eccesso di sali o di colesterolo nella bile, il liquido giallo-verde secreto dal fegato che aiuta la digestione dei grassi ed è contenuto nella colecisti. A causa di squilibri tra i componenti della bile, si formano prima dei piccoli cristalli, su cui a poco a poco si depositano i sali e i lipidi in eccesso. Questi danno luogo così alla formazione dei calcoli. Le dimensioni dei calcoli possono andare da pochi millimetri fino a uno-due centimetri.

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Le cause dei calcoli alla colecisti

La calcolosi della colecisti ha differenti cause. I calcoli possono formarsi a causa della predisposizione genetica e della familiarità della patologia. Il rischio di litiasi biliare è più elevato nei figli di soggetti portatori della stessa malattia. In generale, le donne sono più soggette rispetto agli uomini, in particolare durante la gravidanza (soprattutto nel terzo trimestre) o in caso di assunzione di pillola anticoncezionale o terapia ormonale sostitutiva. L’incremento degli estrogeni facilita infatti la produzione di colesterolo, e può quindi causare la formazione dei calcoli.

Tra le cause che possono portare alla nascita dei calcoli biliari vi è anche una composizione non equilibrata della bile, che contiene fosfolipidi e colesterolo. L’eccesso di uno di questi componenti può portare alla formazione di calcoli.

Anche alcuni comportamenti alimentari errati possono facilitare l’insorgere della calcolosi. Un’abitudine piuttosto comune è, per esempio, quella di fare una mini-colazione (solo caffè e brioche), saltare il pranzo e concentrare in un pasto unico, la cena, l’alimentazione della giornata. In questo modo, però, la cistifellea rimane inattiva, e non si contrae per molte ore, con il conseguente ristagno della bile. Che, sedimentando, può portare così alla formazione di cristalli, su cui si depositano i sali di calcio dando luogo prima alla sabbia biliare e poi ai calcoli veri e propri.

I sintomi

Nell’80% dei casi i sintomi della calcolosi della colecisti sono abbastanza blandi. Come bruciore di stomaco, pesantezza, gonfiore di stomaco e difficoltà nella digestione. Quando i calcoli rimangono nella stessa posizione all’interno della cistifellea, l’organo può infatti continuare a svolgere il proprio lavoro in modo regolare, senza grossi intoppi o fastidi.

Quando invece i calcoli non rimangono immobili, ma si spostano all’interno della cistifellea, la loro presenza può dar luogo a episodi molto dolorosi, le coliche biliari. Lo spostamento all’interno della cistifellea di uno o più calcoli può dare luogo a un’ostruzione dei dotti della colecisti. La cistifellea inizia a contrarsi ripetutamente, per cercare di espellere il sassolino: in questo modo inizia la colica.

Le complicanze

La presenza di calcoli nella cistifellea nel 10-15 % dei casi causa la colecistite acuta o cronica. Succede se i calcoli vanno a ostruire dotto cistico o infundibolo (una parte della cistifellea), ostacolando il deflusso della bile. La bile allora, ristagnando, produce un insulto chimico o pressorio della tonaca mucosa della cistifellea, infiammandola.

La calcolosi, oltre a generare la colecistite, può portare anche a una pancreatite (infiammazione del pancreas), se uno dei calcoli ostruisce l’ampolla del Vater.

Tra le possibili complicanze della litiasi biliare può esservi anche l’ittero (colorazione gialla della cute e delle sclere oculari), più o meno evidente. L’ittero è tipicamente correlato alle forme di colecistite litiasica in cui i calcoli si trovano nel coledoco, impedendo il deflusso enterico anche della bile di provenienza epatica diretta. L’ittero può anche dipendere dalla compressione della via biliare principale da parte di una cistifellea iper-distesa o da una raccolta ascessuale pericolosa.

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