«Studiavo antropologia a Cambridge ed ero un campioncino di canottaggio». Inizia così il racconto di Hugh Laurie, il mitico dottor House della serie tv, riguardo la mononucleosi (scopri qui la guida completa), contratta al college. «Un brutto giorno, la febbre, una spossatezza strana, i linfonodi ingrossati: era la mononucleosi, che si trasmette attraverso la saliva. Riposo forzato, addio allo sport. Però mi si è aperto un mondo tutto nuovo, il teatro». Ecco la confessione dell’attore.
«Quando si dice che non tutti i mali vengono per nuocere… Per quanto mi riguarda, a dare un nuovo corso alla mia vita è stata una mononucleosi. Sì, lo so, la chiamano malattia del bacio, perché spesso il contagio avviene attraverso la saliva, ma non chiedetemi se io l’ho presa limonando.
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Certe volte le malattie segnano una cesura
Certo, all’epoca ero un giovane studente universitario di antropologia, e anche piuttosto carino, quindi la possibilità di dare baci non mi mancava… Scherzi a parte, un giorno la febbre sale, s’ingrossano i linfonodi e mi assale una spossatezza mai provata prima, che non mi dà tregua per diverse settimane. Certe volte le malattie segnano una cesura nella vita di una persona.
Prima mi dedicavo al canottaggio
Per me è stato proprio così: forse non lo sapete, ma prima di ammalarmi ero un campione di canottaggio. Avete presente la regata che si svolge ogni anno sul fiume Tamigi, tra l’equipaggio dell’Università di Cambridge e quello di Oxford? Quella che in inglese chiamiamo Boat race? È una delle più prestigiose al mondo: sette chilometri circa di grande fatica. Be’, io ero nella squadra di Cambridge e ne vado orgogliosissimo.
Nel 1980 ho anche partecipato a una delle edizioni più eccitanti, passate alla storia: Oxford ci ha battuto con un vantaggio di soli dieci piedi. Non mi ci fate pensare, che mi sale ancora la rabbia… Resta il fatto che d’improvviso quella mononucleosi mi costringe a letto. I medici mi danno farmaci per alleviare i sintomi e mi vietano di fare sforzi. Io, che ho un fisico reattivo, ce la metto tutta per riprendermi in fretta, ma niente da fare: la malattia deve fare il suo corso. E anche la mia vita.
La svolta dopo la storia
con Emma Thompson
Per parecchio tempo non posso allenarmi. Così, una volta guarito, lascio la squadra di canottaggio ed entro nella compagnia teatrale dell’università, la celebre Cambridge footlights, di cui a un certo punto divento presidente. Siamo un gruppo di ragazzi pieni di entusiasmo e di amore per il palcoscenico. C’è anche Emma, Emma Thompson, che mi colpisce subito per il suo carisma.
Evidentemente anche lei resta colpita da me, perché per un breve periodo abbiamo una love story. È Emma che mi presenta Stephen Fry, autore e attore, e tuttora mio grandissimo amico, con cui inizia un sodalizio professionale destinato a durare per diversi anni. Insomma, giorno dopo giorno, quella dell’attore diventa sempre di più la mia strada. È vero, la storia non si fa con i “se”, ma mi viene da pensare cosa sarebbe successo senza la mononucleosi. Forse ci avrei dato dentro con il canottaggio, una tradizione di famiglia visto che mio padre ha vinto l’oro alle Olimpiadi del 1948. Chissà.
Mio padre era un medico vero
Comunque uno speciale filo rosso che mi lega a mio padre è rimasto. Sapete che mestiere faceva? Il medico. Un medico per davvero, però, e non per fiction come il mio doctor House. Mi ricordo la passione che ci metteva, l’amore per i malati… Sono cresciuto con un profondo rispetto per i medici, mi fido di loro, tanto che quando mi prescrivono una cura la seguo alla lettera.
Ho pensato di iscrivermi a medicina
C’è stato un periodo della mia vita, verso i 15 anni, in cui ho pensato di iscrivermi a medicina. Sono perfino andato a informarmi al London hospital. Ma ero pigro, troppo indeciso. I medici che ho conosciuto, invece, hanno chiara fin da bambini la loro strada. Chi può dire che dottore sarei stato… Oddio, spero un po’ più gentile di House! Anche se poi, quando la tua vita è appesa a un filo, te ne infischi della cortesia e cerchi la bravura. E in questo il mio House è davvero imbattibile».
Hugh Laurie
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