Separazione, fine di un matrimonio o di una convivenza. Quando ci sono figli, mantenere un comportamento ragionevole è d’obbligo.
Come dare la notizia. «Ai bambini parlate separatamente, un genitore per volta, in modo chiaro, mai organizzare riunioni drammatiche di famiglia, che spaventerebbero il piccolo», spiega Francesco Campione, direttore della Clinica della crisi dell’Università di Bologna, nata proprio per aiutare le persone dopo una separazione. «I ragazzi, invece, vanno coinvolti nelle varie fasi della separazione, discutendo con loro in modo che non si sentano esclusi né trattati come merce di scambio».
L’organizzazione. «Meglio decidere con un anticipo ragionevole i giorni in cui un figlio starà con la mamma o il papà, chi lo accompagnerà a scuola, dove andrà in vacanza», dice lo psichiatra Claudio Mencacci. «Litigate postume o strumentalizzazioni sono errori che vanno evitati in ogni modo. Per un figlio è già doloroso l’addio dei genitori, si cerchi almeno di risparmiargli quest’altra pena».
Le feste comandate. «Se il rapporto è civile e si hanno dei bambini piccoli, per i primi anni è giusto trascorrere insieme Natale e compleanni, poi si potrà iniziare a dividersi», continua Mencacci. «Ma se ci si riduce a fingere o ancora peggio a litigare, meglio passarli un anno con il papà, uno con la mamma».
Le vacanze. L’unico obbligo è quello di non parcheggiare i bambini. Continua Mencacci: «I genitori possono anche organizzarsi alla perfezione, ma se poi invece di stare coi figli li affidano a nonni o baby-sitter, il rischio è quello che i piccoli pensino che il genitore sia stato obbligato a tenerli con sé».
Leggi gli altri consigli degli psicologi per non uscire da una separazione con le ossa rotte.
1.Sfogati.
2.Scopri che tipo di ex sei.
3.Le strategie per ripartire.
4.Cosa fare quando ci sono i figli di mezzo.
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