Per disturbo bipolare si intende un’alterazione prolungata dell’umore: tristezza e felicità si susseguono, amplificati, tra fasi maniacali, fasi depressive e periodi di normalità.
«Possiamo dire che mania e depressione siano come il fuoco e la cenere», spiega Carlo Altamura, direttore del dipartimento di salute mentale della Fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano e professore ordinario di psichiatria all’Università degli Studi di Milano. «La forma più lieve di questo disturbo, comunque, non è una malattia, ma un temperamento».
Scienziati italiani e statunitensi di recente hanno identificato una mutazione nel gene Dat (dopamine transporter) specificamente associata al disturbo bipolare (LEGGI). È un passo avanti anche se non risolutivo. La speranza è che l’identificazione di geni legati ai disturbi del comportamento aiuti a comprendere la catena causale e i meccanismi biologici coinvolti e di conseguenza serva a identificare nuovi target molecolari per la terapia farmacologica.
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