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Citomegalovirus in gravidanza: lo evita chi è ben informata sulle norme igieniche

Lo dimostra uno studio italiano condotto su 9mila gestanti: a contrarre il virus il 9% delle non informate, solo l'1% tra le gravide che avevano ricevuto adeguate informazioni

È italiano lo studio, pubblicato sulla rivista internazionale EBioMedicine, su come prevenire nelle donne in gravidanza l’infezione primaria da citomegalovirus, principale responsabile di sordità e di ritardo psicomotorio congenito. Realizzato dall’ospedale Sant’Anna di Torino e dal Policlinico San Matteo dell’Università di Pavia, lo studio ha coinvolto 9mila gestanti. Dimostra che una donna incinta ben informata sulle norme igieniche da seguire è in grado di evitare l’infezione.

Si stima che ogni anno nascano con l’infezione congenita circa 40mila bambini negli Stati Uniti e 35mila in Europa, 2mila dei quali in Italia. Il 10-20% dei neonati italiani che contraggono il virus svilupperanno sintomi più o meno gravi nei primi anni di vita, un numero analogo a quello dei nati con la molto più nota sindrome di Down.

Gruppo San Donato

Lo studio dimostra «in modo inequivocabile» che una donna incinta bene informata sulle norme igieniche da seguire è in grado di evitare l’infezione durante la gravidanza e, quindi, di non infettare il suo bambino. Tra le donne non informate, 9 su 100 hanno contratto l’infezione, solo 1 su 100 invece quelle che l’hanno contratta nel gruppo che aveva ricevuto adeguate informazioni.

Allo studio hanno contribuito i ricercatori dell’università di Torino, coordinati dalla professore Tullia Todros e dalla dottoressa Cecilia Tibaldi, e da quelli dell’università di Pavia, coordinati dal professor Giuseppe Gerna e dalla dottoressa Maria Grazia Revello. (ANSA)

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