Superimpegnati, tra scuola, sport, musica, catechismo e illimitate attività, con agende fitte e rigidamente programmate come dei piccoli manager in carriera. Ai bambini, oggi, si offrono tante opportunità di esprimersi ed esperienze, con l’intento – quello dei genitori – di tenerli attivi e stimolarne lo sviluppo cognitivo. Ma è davvero così? Non per gli psicologi infantili della University of Colorado Boulder: vivere in giornate rigidamente organizzate da mamma e papà, dimostrano in uno studio appena pubblicato su Frontiers in Psychology, pregiudica le funzioni esecutive, ovvero la capacità del bambino di cavarsela da solo.
L’osservazione è stata condotta su un gruppo di bambini di 6 anni, suddivisi nel gruppo dei ‘superimpegnati’ , con agenda quotidiana di attività, e quelli ‘liberi’ che potevano scegliere autonomamente quando e come giocare e passare il tempo libero dopo la scuola.
Sottoposti a test di valutazione, sono questi ultimi ad aver dimostrato maggiore attenzione, capacità organizzative e di scelta. «Le funzioni esecutive sono estremamente importanti nei bambini – spiega il professor Yuko Munakata, primo autore dell’indagine – li supporta in tutti gli aspetti della loro vita, dalla flessibilità con cui si passa da un’attività all’altra, al superare gli ostacoli, a smettere di lamentarsi quando arrabbiati, ad aspettare ricompense e gratificazioni.
Le funzioni esecutive sviluppate durante l’infanzia predicono anche i risultati della vita adulta, come le performance accademiche, lo stato di salute, la possibilità di raggiungere il successo e anche la predisposizione alla criminalità». I risultati sono, al momento, preliminari e sono necessari ulteriori approfondimenti per stabilire l’entità di questo legame. In attesa di ulteriori conferme, resta aperto un dibattito molto attuale: meglio essere mamme permissive e rilassate oppure rigide organizzatrici al posto dei figli?
19/06/2015