La scoliosi è una deformazione tridimensionale, con deviazione laterale (curva scoliotica), della colonna vertebrale. Comporta anche una rotazione delle vertebre, con conseguente gibbo, l’asimmetria del dorso.
La forma più comune (80% dei casi) è quella idiopatica adolescenziale. Si manifesta dopo i dieci anni, progredendo per tutta l’adolescenza. Colpisce la schiena di due-tre bambini su cento, spesso in forma molto lieve. È quasi sempre asintomatica, mentre intorno ai 40 anni, a volte, tende a provocare dolore, specie se la curva è nell’area lombare.
Esistono anche casi di scoliosi idiopatica giovanile, forma più precoce e rara, ma anche più grave, perché peggiora per tutta la crescita e soprattutto durante la pubertà. In questi casi bisogna intervenire subito.
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Quali sono i sintomi della scoliosi?
I sintomi della scoliosi cambiano molto da persona a persona. Generalmente i più frequenti sono:
- scapole in posizioni diverse;
- testa non centrale rispetto al bacino;
- fianchi irregolari;
- inclinazione del corpo verso un lato;
- prominenza delle coste quando ci si china;
- coste ad altezze differenti;
- variazioni nel colore e nella consistenza della cute che ricopre la colonna vertebrale.
Scoliosi: la diagnosi
Viene effettuata da un fisiatra, un ortopedico o, nel caso dei bimbi, anche da un pediatra, va confermata da una radiografia della colonna. Con un valore angolare (ovvero la curva scoliotica) inferiore ai 20 gradi è sufficiente la fisioterapia apposita. Sui 30 gradi e oltre è indispensabile un corsetto ortopedico. I risultati sono buoni in oltre il 50% dei casi: la curva smette di progredire e il difetto estetico migliora notevolmente.
La fisioterapia per la scoliosi
Esistono due tipi di esercizi:
- Una prima serie riguarda i pazienti con una curva scoliotica inferiore ai 25 gradi (ma a rischio di progressione) e serve per riallineare le vertebre ruotate e migliorare le capacità motorie.
- Gli altri esercizi sono invece studiati per chi usa il corsetto ortopedico, e puntano a potenziare la forza muscolare della colonna indebolita e irrigidita, mantenendola stabile ed elastica.
Tutti questi esercizi vanno eseguiti in palestra per circa tre quarti d’ora, due volte la settimana, oppure a casa, un quarto d’ora ogni giorno. Altre soluzioni? Sull’utilità di plantari, apparecchi dentali o manipolazioni al momento non ci sono prove scientifiche.
Il corsetto ortopedico
Il busto va prescritto da un fisiatra o da un ortopedico, e realizzato su misura da un tecnico ortopedico. È possibile averlo tramite il Servizio sanitario nazionale (escluso quello definito SpineCor, con fasce elastiche). Il gesso rimane idoneo per i bimbi molto piccoli, mentre per il resto ormai si usano corsetti ascellari di polietilene o policarbonato.
Sport e scoliosi
Possono essere di grande aiuto, se praticate un paio di volte a settimana, arti marziali o danza classica. Il nuoto? Non migliora le capacità della colonna di opporsi alla forza di gravità, obiettivo invece fondamentale. Uno studio dell’Istituto scientifico italiano colonna vertebrale (Isico) sconsiglia decisamente di praticare il nuoto come trattamento per scoliosi.
L’intervento chirurgico per la scoliosi
L’operazione può essere scelta per correggere scoliosi superiori ai 45 gradi in età adulta, o curvature per cui il ricorso a un tutore ortopedico non si è rivelato efficace. Il trattamento chirurgico della scoliosi ha, in genere, due obiettivi:
- arrestare il peggioramento della curva;
- correggere la deformità della colonna vertebrale.
Focus di Stefano Negrini, professore associato di medicina fisica e riabilitativa all’Università degli Studi di Brescia-Irccs Don Gnocchi, segretario scientifico nazionale del Gruppo di studio della scoliosi e patologie vertebrali.
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