Calci in rapida successione, in salto, addirittura piroettati, e azione fulminea simile a quella della scherma. Roba da Matrix o da videogioco. Oppure più semplicemente da Taekwondo, l’acrobatica arte marziale coreana che ha visto Carlo Molfetta vincere la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Londra 2012 e che ha tra i suoi fan l’attrice Claudia Gerini, diventata addirittura cintura nera di questa disciplina.
Il Taekwondo, che letteralmente significa «arte dei pugni e dei calci in volo» è la disciplina marziale più diffusa al mondo (70 milioni di praticanti, secondo le stime) ed è dal 2000 sport olimpico. L’eleganza e la completezza di questa tecnica ne fanno spesso la scelta anche delle stelle del cinema e dello spettacolo che vogliano tonificarsi e stare in forma con un allenamento che può essere molto impegnativo ma che è alla portata di chiunque goda di buona salute.
Il principio è semplice: si colpisce l’avversario dalla cintola in su con i calci e soltanto sul tronco con i pugni che valgono però pochi punti in gara e sono quindi un’arma del tutto secondaria a ovvio vantaggio della spettacolarità dell’azione.
L’allenamento: due-tre lezioni a settimana
Per questo motivo proprio sugli arti inferiori s’incentra la maggior parte dell’allenamento. «Devono essere resistenti, esplosivi e flessibili», spiega Giuseppe Flotti, medico federale della Federazione italiana Taekwondo.
«Il risultato della pratica seria e costante sono quindi gambe asciutte e muscolose ma non ipertrofiche. Per le donne in particolare va molto bene perché anche il polpaccio viene tonificato senza che s’ingrossi».
Ma questo non significa che il resto del corpo venga tralasciato, dal momento che tecniche come salti e piroette implicano un lavoro importante anche da parte dei muscoli del tronco, in particolare dell’addome. «Ogni lezione, dura un’ora o un’ora e mezza, a seconda del maestro, e la prima parte, circa 20 minuti, viene sempre dedicata al riscaldamento e alla preparazione fisica che comprende anche esercizi per la parte superiore del corpo come addominali e piegamenti sulle braccia», continua Flotti.
Quanto ci si deve allenare?
Due o tre lezioni alla settimana sono sufficienti per ottenere un discreto stato di forma, ma è bene non farsi illusioni: per diventare degli esperti o per cambiare radicalmente il proprio aspetto, tre, quattro ore ogni sette giorni non possono certo bastare, soprattutto se poi non si abbina all’esercizio una dieta equilibrata. «Il Taekwondo è uno sport misto aerobico-anaerobico», dice l’esperto, «aiuta senz’altro a dimagrire ma non è questa la sua principale caratteristica».
Bisogna essere magri per le piroette?
No. La buona notizia semmai è che tutti possono provare, anche chi si porti a spasso della ciccia di troppo: questa disciplina non ha particolari controindicazioni dato che è uno sport completo e non sovraccarica alcuna parte del corpo. Chi fosse in sovrappeso dovrebbe semmai iniziare gradualmente e aumentare intensità e frequenza man mano che i chili diminuiscano.
Chi sono i più portati?
L’atleta ideale per questo sport è alto e longilineo per avere un grande allungo di gamba e poter colpire l’avversario a maggior distanza, ma è una componente fondamentale anche la flessibilità articolare e muscolare.
Nessuno è obbligato a scambiare colpi con un altro atleta durante la lezione, ci si può limitare a provare le tecniche contro i bersagli imbottiti, ma certo ci si perde la parte più divertente. Proprio per le fasi di sparring (incontri di allenamento con colpi controllati) ci sono comunque le protezioni per viso e corpo che riducono il rischio al minimo possibile.
L’eventualità di farsi male per un colpo subito è davvero rara, semmai può capitare di farsi male ai piedi colpendo a nostra volta magari il gomito del compagno. Anche le distorsioni al ginocchio, per quanto molto rare, sono tra gli infortuni possibili. «Le uniche controindicazioni sono l’artrosi alle anche e alle ginocchia, oltre a rare forme di scoliosi molto accentuate nei bambini», aggiunge Flotti. La gradualità della pratica e la sua completezza rende il Taekwondo adatto ai piccoli sin dai sei anni e, a patto di avere le articolazioni sane, si può iniziare anche dopo i 40.
Cerca la palestra più vicina a casa
Vuoi darti al Taekwondo? Vai sul sito della Fita, la Federazione italiana Taekwondo, e scopri se c’è una palestra nella tua zona: la lista è aggiornata e puoi anche chiedere ulteriori informazioni. Quest’arte marziale è perfetta per i bambini a partire dai sei anni (di solito sono facilitati i piccoli con una corporatura slanciata e le gambe lunghe) e può essere proseguita fino a oltre i 40 anni senza che ci siano più rischi che in qualsiasi altra disciplina sportiva.
La spesa per casco e corpetto
Nel Taekwondo si danno e prendono colpi dalla cintola in su, testa compresa. Per ridurre al minimo i rischi, oltre al Dobok, l’uniforme bianca simile al kimono, per allenarsi è necessario munirsi di caschetto e corpetto per il tronco, paradenti, parabraccia e paratibie, possibilmente con l’imbottitura per il collo del piede. La spesa, per un set completo, si aggira sugli 80-100 euro. Un corso di Taekwondo costa mediamente 60 euro al mese.
Massimo Valz Gris – OK Salute e benessere
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