Novità nella terapia del diabete di tipo 1: un microinfusore per insulina che si attacca al corpo come un cerotto. Tecnicamente si tratta di una Patch Pump e il suo nome è mylife OmniPod: è piccolo, non ha cateteri e assicura un’erogazione continua di insulina esattamente come fanno i microinfusori già disponibili. Inoltre chi lo utilizza può fare il bagno senza problemi perché non ha bisogno di essere scollegato per via dell’acqua. Il microinfusore-cerotto è stato presentato ufficialmente in Italia al XXV Congresso Nazionale della SID, la Società Italiana di Diabetologia (Bologna, 28-31 maggio 2014).
Il diabete di tipo 1, detto anche diabete giovanile per la sua precoce insorgenza, è una patologia autoimmune che colpisce circa 250-300 mila italiani. “Nel nostro Paese la terapia insulinica con microinfusori è ancora poco diffusa – spiega la diabetologa Daniela Bruttomesso, Coordinatrice nazionale Gruppo di studio tecnologia e diabete – la impiegano solo poco più di 10.000 persone affette da diabete tipo 1, nonostante il numero sia quadruplicato rispetto al 2005. Pur in modo variabile tra le diverse Regioni, i dati sembrano confermare una crescita costante di chi passa dalla terapia multi-iniettiva a quella con microinfusore, utilizzato dal 3-4% di tutti i pazienti con diabete tipo 1 e dal 16-18% di quelli seguiti dai Centri Assistenza Diabetici (CAD). Negli Stati Uniti il 40% delle persone con diabete tipo 1 è in terapia con microinfusore, in Paesi quali Norvegia, Austria, Olanda e Svizzera, lo è quasi il 20%”.
“La terapia insulinica nei bambini e adolescenti è più complessa che negli adulti” sottolinea Giuseppe Lepore, Dirigente Medico USC Malattie Endocrine e Diabetologia,AOPapa Giovanni XXIII di Bergamo e Responsabile Ambulatorio Tecnologia e Diabete. “Le dosi insuliniche sono proporzionali al peso, spesso si tratta di frazioni di unità, che non è possibile somministrare con la tradizionale terapia iniettiva. Non solo: poiché bambini e ragazzi variano molto l’attività fisica e assumono frequenti spuntini, per ottimizzare il loro compenso glicemico sarebbe necessario un numero elevato di iniezioni quotidiane, causa di forte disagio, soprattutto in pubblico. Il microinfusore può risolvere queste difficoltà: permette di infondere dosi minime d’insulina e praticare boli insulinici ad ogni spuntino, pasto o in caso di glicemie elevate, in maniera riservata e senza iniezioni”. Di fatto l’utilizzo dei microinfusori permette ai più giovani una maggior libertà e una vita sociale più ricca e serena.
In questa intervista Paolo Di Bartolo, Direttore UO Diabetologia Provincia di Ravenna, Dipartimento Chirurgico A.U.S.L. della Romagna, spiega le caratteristiche del nuovo microinfusore – cerotto.