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Waterselfie, la campagna: perché l’acqua è l’elisir di salute dei reni

Ad ogni selfie postato in rete, 50 centesimi per creare un prontuario salva-reni. Oltre all'idratazione, importanti anche attività fisica, alimentazione e controllo regolare delle urine

Partecipare all’iniziativa, già virale sul web, è semplice come bere un bicchiere d’acqua. Al via oggi la campagna ‘Waterselfie‘, in occasione della Giornata mondiale del rene, che invita il popolo di internet a scattarsi una fotografia mentre si beve acqua: in Italia è promossa dall’ Associazione nazionale emodializzati, dialisi e trapianto (Aned), insieme alla Società italiana di nefrologia (Sin) e il Gruppo Sanpellegrino. Ad ogni selfie postato in Rete (sui siti sin.it, aned.it, hydrationlab.it) verranno donati 50 centesimi alla onlus per creare un vademecum con consigli salva-reni, dalla tavola alla corretta idratazione, agli esami a cui sottoporsi regolarmente. E’ possibile aderire alla campagna mondiale anche su Twitter, postando il proprio waterselfie con gli hashtag #worldkidneyday, #glassofwater, #isupportwkd.

L’acqua è il simbolo della salute renale: solo con un’idratazione ottimale si garantisce ai reni un corretto funzionamento per mantenere l’omeostasi (l’equilibrio tra sali e acqua) dell’intero organismo, composto fino al 60-70 per cento di acqua. Non basta solo bere con regolarità, in occasione dell’appuntamento annuale con la prevenzione ecco il decalogo dei nefrologi:

Gruppo San Donato

1) Praticare attività fisica con regolarità

2) Non fumare

3) Fare attenzione alla gestione del proprio peso

4) Evitare una alimentazione ipercalorica a elevato contenuto di grassi

5) Ridurre il consumo di sale e non eccedere nel consumo di proteine

6) Evitare l’abuso di farmaci in particolare degli anti-infiammatori non steroidei

7) Sottoporsi periodicamente all’esame delle urine

8) Conoscere il valore della creatinina contenuta nel proprio sangue

9) Mantenere il proprio organismo correttamente idratato, bevendo almeno un litro e mezzo al giorno

10) Ridurre il consumo di bevande diverse dall’acqua

In Italia 5-6 milioni di persone convivono con una malattia renale cronica, 50 mila ricorrono alla dialisi e sono 9 mila i casi di insufficienza renale che ogni anno necessitano di dialisi cronica. Manca però una rete nazionale per uniformare l’offerta assistenziale e terapeutica nelle diverse regioni: è questo l’appello lanciato dalla Sin. «In questo quadro alcuni centri ospedalieri hanno penalizzato ambiti specifici della nefrologia limitando la presa in carico globale del paziente nefropatico con una conseguente riduzione della qualità assistenziale, ritardo di diagnosi, impossibilità di un tempestivo utilizzo delle terapie, progressione incontrastata del danno renale e aumento delle comorbidità», afferma Antonio Santoro, presidente della società scientifica. Per gli esperti è ora necessario pensare alla razionalizzazione delle risorse, con «una rete capace di garantire l’uniformità delle prestazioni attraverso l’implementazione di percorsi condivisi per la prevenzione, la diagnosi e la cura delle malattie renali».
CP

12/03/2015

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