La fecondazione in vitro, Fivet, è uno dei tipi di procreazione medicalmente assistita a disposizione delle coppie con problemi di fertilità e si conclude, nel bene o nel male, con un test di gravidanza. Il momento più difficile, psicologicamente, dell’intera terapia per avere un bimbo in provetta. Ecco quali sono le regole per fare il test, suggerite da Luciana De Lauretis (puoi chiederle un consulto qui), direttore del Centro Fertilità dell’Istituto Clinico Città Studi di Milano.
Quando farlo
La maggior parte dei centri chiede che il test di gravidanza sia fatto 12 o 14 giorni dopo il transfer e in ogni caso il test deve essere fatto alcuni giorni dopo l’ultima iniezione di Hcg per evitare un falso positivo. L’Hcg che si assume prima del pick-up (e talvolta anche nella fase post-transfer) è esattamente l’ormone che i test di gravidanza vanno a rilevare, dunque prima di fare il test bisogna essere sicuri di averlo smaltito: i tempi variano da donna a donna, ma in linea di massima è bene aspettare almeno 10 giorni dopo una dose di 10.000 unità e almeno 4 o 5 giorni dopo una dose di 5.000 unità.
L’esame del sangue
Il test deve sempre consistere in un dosaggio della betaHcg nel sangue. Infatti in questa fase così precoce della gravidanza la quantità di betaHcg può essere troppo bassa per essere rilevata dai test urinari, anche da quelli più sensibili. Il dosaggio dell’Hcg dev’essere quantitativo, non qualitativo: un valore molto basso (che in un dosaggio qualitativo significherebbe risultato negativo) indica probabilmente una gravidanza chimica destinata purtroppo a concludersi con un aborto, ma è comunque importante sapere che qualcosa è successo.
Le altri fasi della Fivet
Analisi per la donna – Analisi per l’uomo – Soppressione – Stimolazione – Pick-up – Prelievo del seme – Prelievo degli spermatozoi dai testicoli – Fecondazione – Transfer degli embrioni
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